Il Sole 24 Ore ha presentato una nuova classifica per valutare la qualità della vita “generazionale” nel nostro Paese: tre nuovi indici – Bambini, Giovani, Anziani – per misurare il contesto di vita per fasce di età.

I divari territoriali continuano ad essere anche generazionali, il Centro – sud Italia rimane indietro rispetto al Nord: anziché colmarsi, si stanno acuendo.

Per quanto riguarda i Giovani (18-35 anni) L’Aquila è al 41esimo posto, Chieti al 72esimo, Teramo all’82esimo e Pescara 87esimo. L’Abruzzo non è una regione per giovani.

I 12 parametri – Laureati, tasso di disoccupazione giovanile, saldo migratorio, imprenditoria giovanile, canoni medi di locazione, gap degli affitti tra centro e periferia, quoziente di nuzialità, età media al parto, aree sportive all’aperto, bar e discoteche, concerti, amministratori comunali under 40 – disegnano una regione che soffre, colpita anche dal Covid.

Dati che non fanno altro che confermare altri studi che offrono lo stesso complesso scenario, come i numeri dell’abbandono scolastico di OpenPolis: 8,8% è il tasso di abbandono scolastico in Abruzzo (2018). In particolare nella provincia dell’Aquila, circa l’11% dei residenti 18-24 ha lasciato gli studi prima di conseguire il diploma. Un dato ampiamente superiore a quello delle altre province, che seguono con livelli inferiori alla media regionale. All’ultimo posto la provincia di Chieti, dove circa 5 giovani su 100 hanno abbandonato precocemente gli studi.

Davanti a questo drammatico quadro il centrodestra in Regione non attua alcuna politica che miri a valorizzare e promuovere i giovani abruzzesi.

Bisogna aggiornare la legge per il diritto allo studio, ferma in Abruzzo al 1978: questa è una battaglia che i Giovani Democratici stanno intraprendendo per rendere attuale la legge e garantire il diritto alla formazione; è necessario valorizzare i tre Atenei abruzzesi per far diventare l’Abruzzo una regione universitaria e di ricerca; è da realizzare un pacchetto imponente di politiche giovanili e culturali che promuovano l’aggregazione, l’associazionismo e l’imprenditoria giovanile, riprendendo le buone pratiche delle altre regioni ma anche della nostra scorsa amministrazione regionale che attuò un piano per la realizzazione di Centri di Aggregazione Giovanile su tutto il territorio: queste le riforme che urgentemente vanno promosse.

Sperando che il PNRR sia una luce, dal nostro tunnel continuiamo ad osservare le buone pratiche di Ravenna, Ferrara e Forlì-Cesena, le tre città più vivibili per i giovani secondo Il Sole 24 Ore.

 

Saverio Gileno
Coordinatore Web Pd Abruzzo e Giovane Democratico