“Se l’Abruzzo vuole davvero ripartire, la Regione predisponga forze e mezzi per vaccinare al più presto tutta la popolazione più anziana e quella fragile, solo in questo modo si potrà parlare di riaperture, stando a quanto affermato con chiarezza dal premier: basta con i salta fila, basta preferenze a chi può aspettare, basta con le scuse, le accuse e con le perdite di tempo. Pancia a terra vacciniamo anziani e fragili e andiamo avanti”, così il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci.
Al momento l’Abruzzo ha vaccinato circa 83.000 persone, somministrando il 78,7 per cento delle dosi a disposizione, stando ai dati governativi aggiornati a ieri: “Ci sono regioni molto più avanti di noi, anche all’89 per cento e questo significa che c’è la possibilità di agire in attesa dell’annunciato arrivo massivo delle altre dosi – sottolinea Paolucci – Si dia la priorità a queste due precise categorie, senza allargare troppo oltre il raggio, lasciando al seguito della campagna le altre. Invece di nascondersi dietro alla propaganda di partito, facendo il contrappunto all’azione del Governo, si riguadagni il tempo perduto a causa della mancanza di un piano di azione, come anche l’Agenzia sanitaria regionale lo invita a fare evidenziando le lentezze della gestione “manageriale” della campagna da parte delle Asl e si proceda davvero a ritmo serrato come sta facendo il Lazio, perché solo questo è il modo di rimettere in moto l’economia oggi ferma e riaprire le attività commerciali, bar e ristoranti, far ripartire i comparti del turismo e dell’accoglienza. Se questo non accadrà rimarremo ancora fermi, perché il Governo non troverà le condizioni che assicurino riaperture in sicurezza. Draghi è stato chiaro: le attività economiche riapriranno dove la Regione avrà vaccinato anziani e fragili, senza scorciatoie, conta relativamente l’indice RT, ciò che conta sono i numeri dei vaccinati. Al posto di pensare ai colori e al fine di evitare le ordinanze pasticciate che hanno portato alla nostra economia solo il maggior numero di giorni in massima restrizione d’Italia, restando ciononostante tra le Regioni a più alto tasso di decessi, pensiamo prima a vaccinare.
A un anno dall’inizio della pandemia non è concepibile avere tempi morti, bisogna correre e provare a diventare un esempio, per limitare le perdite di vite umane che continuano incessantemente e proprio nelle categorie e nelle fasce di età che dovrebbero essere vaccinate prima di tutti gli altri. È uno sforzo possibile, oltre che doveroso, per evitare che persone non esposte al rischio arrivino prima di quelle che rischiano davvero la vita, com’è successo nell’ Abruzzo a guida Marsilio, facendoci diventare nuovamente un caso nazionale.
Non riservi repliche piccate il presidente, visto che ha dichiarato agli abruzzesi l’intenzione di vaccinare entro aprile anziani e fragili, piuttosto risponda con i fatti: quanto messo in campo fino ad oggi non è abbastanza e non ci regala primati da vantare, se vogliamo ripartire bisogna vaccinare tutti presto e in primis chi rischia di più. Di questo dovremmo poter essere fieri”.