“L’odierna Commissione regionale Sanità ha esaminato un progetto di legge sulla fibromialgia, malattia cronica che provoca dolore diffuso astenia e rigidità muscolare, che colpisce migliaia di persone anche in Abruzzo. Ma tutto ciò è perfettamente inutile considerando che: il testo esaminato mira sostanzialmente ad ottenere alcuni risultati che sono stati già ottenuti a seguito del voto di due risoluzioni sul tema, accorpate in Commissione e presentate da PD e Fratelli d’Italia; che non potrà avere gli effetti voluti se la sindrome non sarà inserita nei nuovi Lea, cosa a cui proprio oggi sta provvedendo la Commissione nazionale di aggiornamento LEA; che senza audire in Commissione regionale degli operatori multidisciplinari, che vivono e conoscono il problema, sarà un testo che esiste, ma non risolve”, così il consigliere regionale PD Antonio Blasioli, promotore di iniziative e atti sull’argomento.
“A seguito delle risoluzioni citate, il 23 gennaio scorso in seno all’Agenzia sanitaria regionale si è insediato un gruppo di lavoro composto da rappresentanti del mondo universitario, delle Asl dei sindacati dei medici e delle associazioni di riferimento – spiega Blasioli –, gruppo che ha terminato i lavori il 7 luglio 2020 proponendo le linee guida regionali per la diagnosi e il trattamento della fibromialgia, ma è importante arrivare a un testo di legge calato nella realtà, perché si tratta di una malattia dura e diffusa, si pensa che in Italia ne soffrano almeno 4 milioni di persone, che colpisce maggiormente le donne tra i 40 e i 60 anni e che ha importanti ripercussioni sull’attività lavorativa, collocandola al secondo posto tra le malattie reumatiche più diffuse, dopo l’osteoartrosi.
Ricordo, inoltre, che tuttavia l’assessore alla sanità, nel corso della Commissione tenutasi l’8 ottobre del 2019 aveva già avuto modo di precisare che “in una Regione in Piano di rientro tutto ciò che è fuori LEA non può essere preso in esame” e proprio su questo indirizzo, peraltro ribadito anche dal servizio legislativo, che afferma sia “il Ministero della salute con propri regolamenti ad individuare sia le malattie croniche o invalidanti sia le malattie rare che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione per le prestazioni di assistenza sanitaria”, abbiamo soprasseduto alla presentazione di una nostra proposta di legge, che era peraltro già pronta.
Si tratta, dunque, di un traguardo a cui arrivare per dare risposta a chi ne soffre e anche riconoscimento e conseguenti agevolazioni per le cure, per questo ho chiesto di procedere con le audizioni, sperando che a gennaio la situazione nazionale sia più chiara e si possa legiferare in maniera puntuale e soprattutto legittima. Non basta, il rinvio per consentire le audizioni degli operatori multidisciplinari, sarà utile anche per comprendere la natura della fibromialgia, che è una sindrome su cui c’è incertezza se ricomprenderla tra le malattie reumatologiche o immunologiche. Il confronto con gli addetti ai lavori sarà essenziale per comprendere il lavoro già fatto dal tavolo tecnico e, nello stesso tempo, ci consentirà di lavorare su un testo di legge che forse potrà avere una versione più compiuta di quella di oggi.
Sono in costante contatto con la senatrice Paola Boldrini, che è la presentatrice di un disegno di legge in Senato sulla fibromialgia, che ha illustrato anche da noi in Abruzzo proprio un anno fa. Il testo proprio oggi approda in Commissione nazionale aggiornamento LEA, perché si sta discutendo di inserire la sindrome nei nuovi Lea. Peraltro la stessa Senatrice ha presentato al Decreto legge Ristori in conversione al Senato, un emendamento che riconosce la fibromialgia come malattia invalidante, con la possibilità di poter usufruire delle agevolazioni concesse anche in materie di attività telelavorativa. Passi avanti quindi a livello nazionale, perché si tratta di un problema sentito, che non può restare sospeso o, peggio, in affrontato e che potrebbero consentire al nostro Consiglio regionale di legiferare correttamente in questa materia”.