La scuola è aperta a tutti (art.34 della Costituzione italiana).
Chi conosce minimamente la storia della nostra costituzione sa che nessuna parola vi fu messa a caso, senza una discussione o una valutazione. I padri fondatori avrebbero potuto scrivere che la scuola “è a disposizione”, “è destinata”, “può essere frequentata”, decisero invece di usare la parola “aperta”, che oggi assume un valore enorme.
In questo periodo le scuole sono diventate terreno di scontro politico e sociale, come se sull’educazione dei figli, delle generazioni future vi fosse da discutere. È fondamentale invece riaffermare il principio in base al quale, in una scala di priorità, le scuole hanno pari importanza degli ospedali, e pertanto per entrambi va garantita la massima sicurezza. La didattica a distanza non è paragonabile a quella in presenza, c’è poco da dire, e l’impatto negativo che una chiusura prolungata delle scuole può produrre sugli studenti dal punto di vista psicologico e della dispersione scolastica è elevato. Occorre dunque ricalibrare subito l’organizzazione per poterle riaprire il prima possibile, ma questa volta nella massima sicurezza.
Esistono oggi in commercio sistemi di sanificazione che sono in grado di inattivare continuativamente la carica virale infettiva del SARS-Cov-2 presente in un qualsiasi ambiente chiuso. Installarli in tutte le classi dei nostri istituti, oltre che a sanificare l’aria dal COVID, consentirebbe di avere ambienti più salubri, puliti da batteri e virus, anche in futuro quando questa drammatica emergenza sanitaria sarà finalmente alle spalle. Considerando che nel territorio comunale dell’Aquila si contano poco più di 500 classi (64 per l’infanzia, 149 per la primaria, 86 per le medie e 218 per le superiori) e che un dispositivo di sanificazione ha un costo dell’ordine di grandezza di 1.000 euro, con una spesa complessiva di appena 500.000 euro, da ripartire tra Comune e Provincia in base agli istituti di rispettiva competenza, si otterrebbe un miglioramento considerevole in termini di sicurezza che andrebbe ad aggiungersi alle misure anti-covid già previste per la presenza in aula. Una soluzione che con uno piccolo sforzo economico in più si potrebbe immaginare di applicare anche su scuolabus e mezzi pubblici.
Va ribaltato poi il paradigma che vede la scuola come luogo di diffusione del contagio, trasformandola invece nella prima spia di rilevazione del virus in modo che, attraverso uno screening periodico della popolazione studentesca, si riesca a raggiungere ogni famiglia che diversamente non sia tracciata dai sistemi sanitari delle ASL, risalendo così con più facilità ai cluster familiari. A tal proposito, lo ribadisco ancora una volta, sarebbe opportuno un maggior coinvolgimento degli atenei aquilani che, avendo al loro interno tutte le competenze necessarie, potrebbero offrire il loro supporto nello sviluppo di appositi sistemi matematici e informatici dedicati a questo specifico tracciamento. Di più, propongo al Governatore Marsilio di utilizzare i 200.000 tamponi rapidi che arriveranno dal governo centrale per il tracciamento volontario che la Regione intende fare, iniziando proprio dal mondo della scuola, sottoponendo obbligatoriamente a test tutti gli studenti abruzzesi e il personale scolastico, in modo da rendere possibile un rientro a scuola graduale, sicuro e soprattutto tracciato.
Se dunque la scuola è considerata dai nostri amministratori davvero una priorità, con un investimento contenuto si potrebbe consentire a 10.000 studenti dell’aquilano di frequentare classi sanificate sulle superfici e nell’aria, e sottoponendo loro ad un tampone veloce ogni 15 giorni si riuscirebbe a segnalare, mappare e isolare la diffusione del virus sul territorio in maniera molto più efficace di quanto probabilmente non si riuscirà a fare attraverso uno screening su base volontaria, a cui molte persone che oggi vivono nella difficoltà di portare a casa uno stipendio o i ricavi di piccole attività ancora aperte, non si sottoporranno per paura di dover chiudere e perdere reddito.
Il capogruppo del PD in Consiglio comunale all’Aquila
Stefano Palumbo