“L’Abruzzo esce con le “ossa rotte” dall’accordo sulla Banca Popolare di Bari siglato sui tavoli nazionali, perde infatti ben 39 filiali sulle 91 totali che saranno soppresse, ovvero il 35% nell’intero Paese, la nostra regione dovrà sobbarcarsi il più alto numero di licenziamenti sui 650 esuberi, tutti i sindacati abruzzesi sono sul piede di guerra contro la Giunta Marsilio che non ha fatto niente su questa vertenza, ma l’Assessore Mauro Febbo si dice addirittura soddisfatto per l’ottimo lavoro messo in campo dalla maggioranza in questa situazione, lasciando tutti noi a dir poco esterrefatti” sottolinea il consigliere regionale Dino Pepe.
“Credo, francamente, che le livorose parole di Febbo, unite alla sua “balbettante risposta” nel corso dell’ultimo Consiglio Regionale, siano la miglior cartina di tornasole dell’inefficacia e dell’imbarazzante incapacità politica ed amministrativa di questa maggioranza di centrodestra” rincara l’ex Assessore Regionale. “D’altronde, il fallimento rimediato sulla vertenza Popolare di Bari, è solo l’ultimo di una lunga serie. Basti pensare alla vertenza Atr Group di Colonnella, una situazione a dir poco imbarazzante visto che il 22 maggio scorso Marsilio, Febbo e Fioretti incontrando sindacati, amministratori comunali e maestranze avevano promesso una celere risoluzione, ma ad oggi non hanno fatto ancora nulla ed i lavoratori aspettano da sei mesi lo stipendio. E che dire della Veco di Martinsicuro, della Selta di Tortoreto, o degli operatori turistici della costa teramana, e non solo, che dopo aver visto svanire nel nulla le promesse delle scogliere hanno dovuto anche dire addio ai ripascimenti del 2020. Quella inanellata dalla Giunta romana a guida Marsilio è una sequela di fallimenti che sono sotto gli occhi di tutti e che gli “strilli” e gli “strepiti” dell’Assessore Febbo, che sarà ricordato come colui che ha promosso il mare abruzzese con le immagini delle Maldive, non possono certamente cancellare”.
“Ora – conclude Pepe – capisco bene che Mauro Febbo, appena autosospesosi dal suo partito, sia impegnato in questioni politiche ben più importanti a Chieti e che non abbia tempo per pensare ai problemi della nostra regione, ma che almeno la smetta di “arrampicarsi sugli specchi”, scaricando le colpe sulle opposizioni, sul governo centrale e su chiunque gli passi a tiro, e abbia almeno l’onestà intellettuale di non far passare una cocente sconfitta per l’intero Abruzzo in una “vittoria di Pirro” della sua sgangherata maggioranza. Gli abruzzesi aspettano risposte, non scuse, che cambino registro e finalmente si rimbocchino le mani per il bene di questo territorio invece di pensare solo a poltrone, incarichi e lotte intestine di partito”.