“Che dal rafforzamento della rete organizzativa della medicina territoriale passi la strategia vincente per sconfiggere il coronavirus è un principio su cui la comunità medica e scientifica non ha più dubbi e, per questo, torniamo a chiedere che sia ascoltata la voce dei medici di base e dei pediatri e che siano forniti loro i DPI necessari per lavorare in sicurezza”. Con queste parole il consigliere del Pd Antonio Blasioli interviene per schierarsi al fianco delle organizzazioni sindacali della medicina generale e della pediatria di libera scelta (FIMMG, SNAMI, SMI, FIMP e CIPE) che in data 5 maggio 2020 hanno inviato una nota alla Regione sull’ordinanza 53 del Presidente Marsilio.
“Più volte, negli ultimi mesi, come Pd siamo intervenuti per chiedere alla Regione di garantire DPI adeguati ai medici di base e ai pediatri – continua Blasioli –. Richieste cadute nel vuoto, così come quelle relative ai tamponi da far effettuare a favore dei Medici convenzionati e del relativo personale, possibilmente ogni 15 giorni.
Ma nel vuoto è caduto anche l’appello delle organizzazioni sindacali, che chiedevano di essere ascoltate per programmare protocolli chiari e omogenei su tutto il territorio abruzzese.
La gestione dell’epidemia deve essere organizzata sul territorio e non affrontata esclusivamente a livello ospedaliero, come accaduto finora. Perciò occorre più chiarezza sulle competenze di ciascun operatore sanitario, sulle modalità e tempistiche della richiesta del tampone, sulle modalità e tempistiche del prelievo del campione, sulle tempistiche della comunicazione del risultato del tampone. Detto ciò, auspichiamo che la Regione ascolti il grido dei sindacati e organizzi quanto prima un incontro per disciplinare in maniera uniforme e concordata una materia tanto delicata e vitale.
Ma oltre a questo, c’è un altro aspetto da affrontare con decisione in questa fase 2.
Apprezziamo il fatto che la Regione tramite le ordinanze 53 e 55 abbia previsto la riapertura della normale attività ospedaliera, come interventi chirurgici, terapie e day hospital non legate all’emergenza Covid, a partire dall’11 maggio, ma il timore che non siano applicati i protocolli che devono garantire la sicurezza degli attuali pazienti dei nuovi pazienti e degli operatori del Santo Spirito e degli altri ospedali della regione, è forte. Ad oggi, infatti, chi entra in ospedale lo fa tramite il pronto soccorso e i tamponi vengono eseguiti nel triage. Una volta ottenuto il risultato, a seconda che sia positivo o negativo, il paziente viene indirizzato nel reparto competente. Riaprendo, però, l’ospedale a tutti i pazienti che necessitano di terapia non riconducibile al Covid, la “barriera” del pronto soccorso verrà meno. Dove dovrebbero essere effettuati i tamponi? Si stanno organizzando aree dedicate, dove sia possibile anche svolgere un’eventuale quarantena in attesa del risultato, in modo da evitare il rischio contagio fra i pazienti all’interno dei reparti?
Le Asl d’Abruzzo sono pronte per seguire questo protocollo? Stanno attrezzando zone filtro, che possano essere operative già da lunedì?
Occorrono informazioni certe su come si stiano organizzando le singole Asl, a pochi giorni dall’11 maggio, perché gli errori della fase 1 non sarebbero più accettabili. A tal proposito, chiediamo di conoscere con anticipo, rispetto a lunedì prossimo, come si sono organizzate le varie direzioni aziendali, dato che, ad oggi, ci risulta che non abbiano ancora informano i singoli reparti su come trattare i pazienti che si recheranno in ospedale per terapie non legate al Covid”.