L’Inps certifica che in Abruzzo nel 2023 l’occupazione è cresciuta ma si tratta di lavoro povero e spesso a tempo determinato. Non solo: i giovani Neet – ovvero coloro che non studiano e non lavorano – sono oltre il 15% del totale.
Ma se si allarga lo sguardo al primo semestre del 2024, la situazione peggiora. Come rileva l’economista Aldo Ronci, che ha utilizzato i dati Istat, l’occupazione si è attestata al 60,5%, portando uno spread negativo rispetto all’Italia di 1,8 punti percentuali.
Nello stesso periodo i disoccupati sono aumentati di 11mila unità (+26,7%), in controtendenza rispetto al dato italiano che registra una flessione dell’11,8%. Si tratta di un incremento che colloca l’Abruzzo all’ultimo posto della graduatoria nazionale. Il tasso di disoccupazione abruzzese sale al 9,7% registrando uno spread negativo rispetto all’Italia di ben 2,9 punti percentuali.
Le imprese flettono di 238 unità e registrano un decremento dello 0,16%, in controtendenza con il dato nazionale che ha segnato un incremento dello 0,31%. Il decremento posiziona l’ Abruzzo al terzultimo posto della graduatoria nazionale.
Il quadro complessivo delinea un territorio in difficoltà, che con l’incombente crisi dell’automotive potrebbe diventare molto grave. Occorre che la Regione Abruzzo si muova elaborando iniziative che aiutino realmente le imprese, dimostrando più efficienza e meno propensione all’autocelebrazione. Non si governa con le chiacchiere, ci vogliono fatti concreti.
Daniele Marinelli, segretario regionale del Pd Abruzzo