Apprendiamo con soddisfazione le dichiarazioni delle ultime ore del Commissario Legnini relative alla Ricostruzione nei comuni danneggiati dagli eventi sismici del 2016/2017. Il Partito Democratico della Provincia di Teramo intende mettersi a disposizione dei cittadini e delle Istituzioni al fine di agevolare e velocizzare tale processo. La nuova governance della struttura Commissariale per la Ricostruzione 2016, nonostante l’emergenza COVID-19 che limita l’attività degli uffici pubblici, ha consentito una rapida accelerazione per risolvere le principali criticità che hanno caratterizzato il processo dei lavori inerenti la ricostruzione fino ad oggi, ossia lentezza e procedure controverse.
Il paradosso del Terremoto Centro Italia sembrerebbe essere tutto qui: il sistema del finanziamento risulta celere ed efficace, ci sono fondi, ma non si riesce a spenderli; ci sono danni certificati ma gli aventi diritto non presentano le domande. Nell’analisi dell’accidentato percorso lungo quattro anni, emergono due aspetti: uno legato a elementi più squisitamente normativi e regolamentari che, siamo certi, l’autorevolezza e la competenza di Giovanni Legnini, come già testimoniato dai primi provvedimenti assunti, saprà ben affrontare e superare; l’altro connesso alle procedure adottate dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione e alle criticità riconducibili ad un modus operandi, interpretazioni ed attuazione delle disposizioni, che negli ultimi tempi è stato oggetto di osservazioni anche da parte dell’Ordine provinciale degli Ingegneri, oltre che da associazioni e tecnici. Ed è di questo aspetto che noi vogliamo occuparci.
Non possiamo più permetterci di perdere altro tempo. La drammaticità della crisi economica e sociale determinata dal COVID-19 si somma a quella già in essere nei nostri comuni “cratere” a causa dei terremoti che si sono succeduti dal 2009 al 2017 e che hanno amplificato le criticità e le difficoltà economico/sociali che dette aree già scontavano. Il baratro economico che abbiamo di fronte è una chiamata alla responsabilità: la ricostruzione deve partire subito!
Negli ultimi tempi abbiamo approfondito l’argomento, con l’accuratezza che comporta la materia, per mettere a fuoco le criticità e produrre alcune proposte nell’obiettivo di superare, una volta per tutte, controversie ed ostacoli che limiterebbero anche l’applicazione del Decreto Legge n.123/2019, emanato proprio per accelerare e completare la ricostruzione, che prevede, tra le altre disposizioni, il coinvolgimento dei tecnici con le autocertificazioni ed asseverazioni proprio per recuperare i gravi ritardi accumulati e rendere realizzabile la spesa immediata delle ingenti risorse a disposizione per la ricostruzione privata (circa 2 miliardi di euro solo per la Provincia di Teramo) che si andrebbero ad aggiungere a quelle investite par la ricostruzione degli edifici pubblici.
Abbiamo individuato tre grandi ambiti di azione sui quali intervenire:
• emanazione di Linee Guida limpide ed esplicite che possano omogeneizzare le procedure dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione per rendere chiare e standardizzate le istruttorie, favorendo la trasparenza e la celerità amministrativa, considerato le numerose controversie in atto e che si trascinano anche per più anni;
• applicazione di istituti, come la Conferenza di Servizi, che risolverebbero in maniera veloce e trasparente le eventuali criticità rilevate dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione, agevolandone l’organizzazione e le procedure, nel rispetto della Legge 241 /90;
• risoluzione immediata del problema del cosiddetto “accollo” economico al cittadino terremotato di una parte dei costi, una grave discriminazione sociale non prevista da leggi e da ordinanze che, al contrario, prevedono il rimborso del 100% del danno.
Nel merito
1) La ricostruzione, pur essendo governata da una Legge speciale, prevede disposizioni normative di carattere amministrativo, procedurale e generale, come le ordinanze commissariali, che richiamano al rispetto delle normative vigenti e della Costituzione. Il rapporto fra Pubblica Amministrazione e utenza, per la salvaguardia dei diritti del cittadino, è normato dalla Legge 241/90 che prevede precise procedure per garantire trasparenza, congruità e accesso all’azione amministrativa. Il fine ultimo è consentire al cittadino di intervenire nei procedimenti che lo riguardano. Il rispetto di tali norme a garanzia dell’utenza e della correttezza delle procedure, non sempre trova una puntuale attuazione e tale modo di operare pone il cittadino terremotato in una condizione di subalternità, crea oggettive difficoltà nel rapporto con i tecnici, allunga a dismisura i tempi, scoraggiando la presentazione delle domande. Le lunghe istruttorie, anche due anni dalla presentazione delle domande, si trascinano senza l’utilizzo degli strumenti messi a disposizione dalla legge, come ad esempio le Conferenze dei Servizi, che consentirebbero di risolvere celermente e in maniera trasparente qualsiasi tipo di controversia.
2) Fra le questioni più critiche, sollevate anche dall’Ordine degli Ingegneri di Teramo, vi è quella dell’accollo economico al privato di una parte dei lavori. Si tratta di un aspetto alquanto controverso: condividiamo tale prassi nei progetti che prevedono degli ampliamenti degli stabili o migliorie che il proprietario vuole realizzare accollandosi, appunto, tali spese ulteriori rispetto a quelle che spetterebbero per la ricostruzione dello stabile terremotato, ma non sempre ci risulta essere cosi: in pratica, sovente, si richiede ai privati di pagare una parte dell’intervento di ricostruzione e messa in sicurezza, non previsto né da ordinanze né dalla legge, mentre il D.L. 189/2016 art. 6 comma 1, e l’art. 4 dell’ordinanza n° 19/2017 prevedono il diritto alla ricostruzione con un contributo pari al 100% delle spese. Il taglio viene operato a totale discapito del cittadino terremotato che se non ha risorse proprie per farvi fronte non può ricostruire la sua casa. La cosa appare tanto più controversa quando si entra nel merito dei costi (che vengono tagliati o non riconosciuti pur se non superano il costo convenzionale stabilito dalla legge) e dei progetti, certificati dai tecnici che ne rispondono a pieno titolo di fronte alla legge; un principio ribadito con forza dal Decreto Legge n° 123/2019 che consente l’autocertificazione proprio per recuperare i gravi ritardi accumulati sino a qui.
E’ il caso di soffermarsi sulla grave discriminazione che si compie nei confronti di numerose famiglie appartenenti ad una comunità già pesantemente danneggiata: chi non dispone di risorse finanziarie è condannato a non rientrare nella sua casa. Una procedura che altera in maniera inaccettabile le finalità legislative che governano la ricostruzione 2016. Per non parlare del danno all’erario: i cantieri non partono, bisogna continuare a finanziare le autonome sistemazioni, spesso lontane dai propri comuni di residenza, e perseverare nella desertificazione sociale ed economica dei territori danneggiati.
3) A rendere ancor più difficile l’azione di ricostruzione, il rapporto con il territorio, con i cittadini terremotati e con i tecnici, la continua richiesta (spesso a più riprese) di integrazioni: documenti “ultronei” non previsti dalle leggi e dalle ordinanze e spesso già in possesso dell’USR o della Pubblica Amministrazione.
Cosa si chiede
– apposita disposizione normativa o procedurale che impartisca in modo chiaro le direttive per la corretta e piena applicazione della legge n° 241/90 e di tutta la normativa sulla semplificazione ed abbattimento della burocrazia, al fine di assicurare i diritti fondamentali agli operatori e beneficiari della Richiesta di Contributo per Ricostruzione per il rispetto dei tempi e termini delle procedure amministrative dettati dall’Ordinanza 19/2017
– applicazione anche alle pratiche sismiche giacenti ed in corso di istruttoria delle disposizioni di cui al D.L. 123/2019 (Decreto Sisma) con l’applicazione delle autocertificazioni dei tecnici e dei controlli a campione;
– definizione di Linee Guida e modelli operativi rispetto alle procedure, in maniera da razionalizzare, velocizzare e uniformare l’azione amministrativa;
– di intervenire per la corretta interpretazione del costo convenzionale, del costo ammissibile e dei criteri generali e delle procedure che portano alla loro quantificazione;
– di intervenire per impedire un accollo non giustificato a carico dei proprietari delle comunità danneggiate, non previsto da nessuna disposizione di legge o ordinanza;
– riaffermare la forza e l’importanza strategica dell’architettura ecosostenibile ed efficientamento energetico nella ricostruzione come previsto dal Decreto Legge 189/2016;
– la possibilità di poter trasferire numerose pratiche agli Uffici Sisma Comunali in maniera da fluidificare il lavoro istruttorio e anche in questo caso abbattere i tempi della ricostruzione: dalle 400 pratiche annue si potrebbe agevolmente arrivare a 4000;
Ad oggi sono state presentate solo 2000 richieste rispetto alle 20.000 schede di danni accertati: si fa appello al Commissario affinché venga attivata apposita campagna di comunicazione per informare dettagliatamente sulle modalità di presentazione delle domande.
Un appello, il nostro, che vogliamo portare sul tavolo del Commissario straordinario Giovanni Legnini, del Comitato istituzionale Sisma presieduto da Marco Marsilio, all’attenzione dei Parlamentari abruzzesi, dei Sindaci e dei Consigli Comunali dei Comuni interessati oltre che del Presidente della Provincia di Teramo e del Consiglio Provinciale.
È una azione, questa, che il Partito Democratico Provinciale intende portare avanti con forza e determinazione nell’interesse dei cittadini, anche perché sentiamo un obbligo morale: far rientrare nelle loro abitazioni coloro che da troppo tempo ne sono fuori e con essi dare un nuovo impulso alla rinascita dei nostri territori.
Piergiorgio Possenti
Segreteria Provinciale Partito Democratico Teramo