Franco Casciani, segretario del circolo PD di Sulmona, dichiara: “Se non ora, quando? L’immane tragedia della pandemia che ha colpito il Paese con il suo strascico di morte e distruzione finanziaria ha evidenziato, qualora ce ne fosse stato bisogno, la necessità di un profondo mutamento di modelli di vita sociale ed economica che, fino ad oggi, relegavano la Persona quasi ad orpello di un ordinamento teso, essenzialmente, al soddisfacimento ritenuto primario della produzione e del profitto, da perseguire ad ogni costo. Ciò è stato ancor più vero nel campo della Sanità, dove quella pubblica ha lasciato progressivamente il campo ad un depauperamento delle sue strutture operative, a volte a favore di quella privata, quanto non più spesso ad una sua deprivata efficacia sul territorio tout court. E’ stata questa l’evoluzione della Sanità pubblica in Abruzzo ed in ispecie sul nostro territorio, dove, in nome di un bilancio da risanare a qualsiasi prezzo, si è proceduto a tagli selvaggi che hanno prodotto come conseguenza il declassamento dell’Ospedale SS. Annunziata a Sulmona, e il pratico svuotamento degli altri nosocomi di Popoli e Castel di Sangro. Oggi che siamo chiamati a confrontarci con gli enormi problemi aperti con la diffusione del contagio da Covid-19, e sulla spinta di autorevoli pareri scientifici che hanno evidenziato le carenze del sistema sanitario nazionale, appare quanto mai opportuno ripensare l’organizzazione dei presidi sanitari sul nostro territorio, con uno sforzo di condivisione collettiva che travalichi i singoli schieramenti politici ed ideologici, per puntare a ridisegnare un servizio sanitario territoriale efficace a favore della collettività tutta del Centro Abruzzo. Dato per scontato, ormai, il concetto che la cura dei pazienti contagiati debba avvenire al più presto sul territorio, prima che si instauri la malattia vera e propria, ossia la polmonite interstiziale bilaterale, che quasi sempre porta il paziente in Rianimazione, e quindi che, in primis, vada rafforzato il servizio della medicina di base, per quanto qui d’interesse, occorre dunque accentrare l’attenzione sull’assistenza sanitaria ospedaliera. Quest’ultima, divisa ormai, alla luce delle esperienze maturate in questo periodo, tra strutture dedicate a pazienti conclamati COVID che necessitano di una terapia intensiva o semintensiva – con tutti i presidi di tutela che necessitano per gli operatori ed i malati – e quelle dedicate alla cura di tutte le altre normali patologie, dovrà essere ripensata come prioritaria per ogni comunità. Di qui la necessità di una nuovo assetto che, sul territorio d’interesse, veda riqualificato l’ospedale di Sulmona come nosocomio di Primo Livello, e quelli di Popoli e Castel di Sangro come ospedali di base con quei servizi e relativo personale sanitario che rispondano alle esigenze di cura di una popolazione di prossimità, in questi ultimi tempi trascurata quando non ignorata completamente. Il bacino di utenza di tale servizio, rivolto essenzialmente a popolazioni delle aree interne e, quindi, sostanzialmente svantaggiate da una serie di condizioni oggettive a partire da quelle geomorfologiche a quelle socio-economiche, potrebbe riguardare circa settantamila cittadini ricompresi tra i territori dell’Alto Sangro a quelli dell’Alto Pescara. Tale assetto potrebbe trovare la sua organizzazione sistemica con la previsione di una ASL specifica la cui costituzione in virtù della legislazione vigente, non troverebbe ostacoli di natura normativa e quindi dipenderebbe esclusivamente da una volontà politica lungimirante. Amministratori, dunque, che pongano al centro della loro azione di governo l’interesse primario del riequilibro dei territori sotto ogni profilo, non ultimo quello di una sanità pubblica accessibile per tutti i cittadini della regione, con le garanzie di quella buona medicina cui ormai non si può più rinunciare in nome di criteri valoriali altri. Rivolgiamo, pertanto un appello a tutte le forze politiche, sindacali e associative; alla Senatrice, nonché alle consigliere regionali rappresentanti del territorio, affinché, unitamente agli amministratori comunali dei comuni del comprensorio, si dia luogo ad un tavolo unitario di consultazione attraverso il quale promuovere le iniziative più opportune al perseguimento del disegno su accennato”.