Dopo qualche timida, illusoria apertura, nonostante la palese contrarietà espressa dal Comune di Roseto, nonostante la poderosa sollevazione delle cittadine e dei cittadini e delle associazioni, nonostante le migliaia di firme raccolte in pochi giorni e l’eco nazionale che questa vicenda ha assunto, i consiglieri regionali di centrodestra hanno confermato la loro sciagurata decisione di ridurre ai minimi termini la riserva del Borsacchio, portandola da 1.100 a 25 ettari; praticamente una striscia di spiaggia. 

Il Partito Democratico e le forze di opposizione continueranno la loro battaglia, già dal prossimo consiglio regionale, per denunciare con la massima determinazione le gravi responsabilità che si assumono il presidente della Regione e la sua maggioranza. 

Ci batteremo accanto agli enti locali, alle associazioni, alle cittadine e ai cittadini, in tutte le sedi e con ogni forma di mobilitazione, finché la riserva non tornerà integra, com’era prima del consiglio regionale del 29 dicembre in cui, con un colpo di mano notturno, è stata cancellata. 

In questi ultimi giorni tutte le argomentazioni della maggioranza sono state smentite, fino al paradosso che la mannaia sulla riserva naturale è caduta proprio mentre il Piano di assetto naturalistico era arrivato alla conclusione del suo iter. 

Se la destra avesse mantenuto anche soltanto un po’ di senso della vergogna, avrebbe approfittato dell’occasione di oggi per tornare sui suoi passi. Continueremo la nostra battaglia per ripristinare la riserva e difendere il territorio, con un motivo in più per rimandare a casa Marsilio e la sua maggioranza col voto del 10 marzo.

Daniele Marinelli, segretario del PD Abruzzo

Daniele Marinelli mentre firma la petizione per il ripristino dei confini originari della riserva del Borsacchio