Va avanti da anni e in maniera assurda una vicenda che risale al terremoto nel centro Italia del 24 agosto 2016. Dopo il sisma, e con la dichiarazione dello Stato d’Emergenza, il Ministero dell’Economia e Finanze stabilì (col Decreto del 1 settembre 2016) la sospensione dei versamenti e degli adempimenti tributari fino al 16 dicembre dello stesso anno. Quella scadenza fu poi prorogata più volte: prima al 30 settembre 2017 (DL 189/2016) e poi al 30 novembre 2017 (L. 45/2017) rimandando a successivi provvedimenti ministeriali le modalità di ripresa della riscossione dei tributi non versati. E infatti, il 24 ottobre 2019, il Decreto Legge 123 (art. 8, comma 2) previde per le persone fisiche le procedure per la restituzione degli importi ridotti al 40% anche con la rateizzazione in 120 rate. E così molti contribuenti hanno agito, versando allo Stato quanto la legge imponeva, come peraltro già avvenuto – dopo una strenua lotta politica e istituzionale che coinvolse il governo nazionale e addirittura la Commissione Europea – in occasione del terremoto dell’Aquila del 2009. E invece, nonostante ciò, molti cittadini ad esempio dei Comuni dell’Alto Aterno, nei mesi scorsi hanno ricevuto dall’Agenzia delle Entrate cartelle di pagamento per il 100% degli importi e ora si trovano costretti a ricorrere alla Corte di giustizia tributaria contro questa assurda pretesa. È evidente che le Cartelle di pagamento violano le norme previste dai Decreti. Ma, come se non bastasse, generano anche una ingiustificabile violazione del principio di “parità di trattamento in situazioni uguali” sancito dall’art. 3 della Costituzione: infatti ci sarebbe una disparità tra chi ha utilizzato il Modelli F24 e chi ha optato per la mancata trattenuta delle ritenute. Questa vicenda deve essere risolta dallo Stato, non può essere affidata ai ricorsi dei singoli contribuenti. La Regione, indipendentemente dalle sue dirette responsabilità, deve tutelare i propri cittadini e farsi carico, con i Comuni interessati, di intervenire sul Governo o sul Commissario alla Ricostruzione affinché, con una norma chiarificatrice, si rispetti l’eguale diritto di tutti i cittadini e non si consenta all’Agenzia delle Entrate di accanirsi sui contribuenti, magari approfittando della loro ignoranza o buona fede.
Il consigliere regionale
Pierpaolo Pietrucci