D’Amico prosegue: “Se nelle zone densamente popolate, dove è più fitta la presenza delle scuole, l’accorpamento degli istituti si farà sentire di meno, è in quelle interne e di montagna, un’estesa porzione di Abruzzo, che questo tipo di intervento si tradurrà in un allontanamento dell’istituzione scolastica dalle alunne e dagli alunni, in un impoverimento della didattica e del diritto all’istruzione. In definitiva, tutto ciò che occorre evitare per fare in modo che le aree interne non perdano ulteriore terreno rispetto alle città e alle aree costiere in termini di qualità dei servizi. E’ opposta la strada da seguire: se vogliamo valorizzare l’identità e le potenzialità dell’Abruzzo, è del suo policentrismo che bisogna prendersi cura, a tutti i livelli: è dannoso, oltre che irrazionale, pretendere di applicare stessi criteri e misure per territori che per conformazione e condizioni di partenza sono molto diversi. Vale per l’istruzione così come per la sanità, le infrastrutture, e gli altri ambiti. E’ condivisibile a questo proposito la proposta di Anci di un contributo economico transitorio da parte della Regione per salvaguardare l’integrità del sistema scolastico. In attesa naturalmente degli esiti di un’interlocuzione tutta politica che la Regione stessa dovrebbe intraprendere proprio per, come detto, difendere e valorizzare le scuole dell’Abruzzo, in particolare quelle delle aree interne”.
“E’ opportuno l’intervento che l’Anci Abruzzo, attraverso il suo presidente Gianguido D’Alberto, fa sulla cosiddetta riforma del dimensionamento scolastico. E’ da ritenersi il modello di cosa e come non vada fatto, in materia di politiche e di interventi, per la nostra regione”: lo dichiara Luciano D’Amico, candidato alla Presidenza della Regione per il Patto per l’Abruzzo.