“Siamo oramai abituati alle liti interne alla destra, a tutti i livelli di governo. Ciò che è accaduto ieri però, nel giorno di apertura della Perdonanza Celestiniana, lascia perlomeno interdetti: il sottosegretario alla Cultura del governo Meloni ha infatti attaccato frontalmente, e con toni duri, la Soprintendenza e il sindaco dell’Aquila Biondi, esponente dello stesso partito della premier, per la decisione di montare il palco degli eventi sul sagrato della Basilica di Collemaggio”.
Intervengono gli esponenti Pd Daniele Marinelli, segretario regionale, Francesco Piacente, segretario provinciale, e Nello Avellani, segretario cittadino.
“Il sottosegretario è arrivato a ipotizzare che gli organizzatori, e quindi Biondi, abbiano mentito alla Soprintendenza, indicando che su quel palco si sarebbero svolti solo eventi religiosi. Una faida tutta interna alla destra, uno scontro pesante che ha spinto Biondi a diffondere un comunicato farneticante, in cui, di fatto, scarica la responsabilità dell’accaduto su un parlamentare di centrosinistra che avrebbe spinto il sottosegretario a prendere una posizione così netta. Pur non apprezzandolo politicamente, siamo convinti che Sgarbi non si faccia dettare la linea da un parlamentare di centrosinistra; lasciare intendere che possa farsi ‘usare’ per polemiche di parte, è persino offensivo. D’altra parte, Sgarbi è sottosegretario con gli argomenti e il consenso di Biondi, non con il nostro. Segnaliamo al sindaco dell’Aquila che spesso il nostro parlamentare partecipa a cerimonie a Collemaggio con delegati del Comune dell’Aquila: non se ne sarà accorto, impegnato com’è a girare per l’Italia e l’Abruzzo invece di stare nella sua città. Lasci stare, dunque, fantasiose e ridicole ricostruzioni: il sindaco dell’Aquila si occupi della sua città, delle beghe interne alla destra, prenda atto che un esponente importante del ‘suo’ Governo ha bocciato l’organizzazione della Perdonanza, e proprio nel giorno della cerimonia inaugurale, e rifletta sul fatto che i parlamentari abruzzesi di destra non hanno speso una parola per difenderlo. Concludiamo con una considerazione: è sconcertante che, dinanzi ad un parlamentare che annuncia di voler approfondire, nel pieno non solo diritto ma anche dovere della sua funzione, Biondi reagisca non nel merito della richiesta ma attaccando il richiedente e parlando di ‘bastonate’”.