Per fronteggiare la cronica carenza di personale, la precarietà occupazionale e i grandi problemi organizzativi e di efficienza dei servizi che da anni affliggono la ASL1, la prima e indispensabile cosa da fare è aprire un confronto tra il management dell’Azienda e le organizzazioni sindacali. Solo in questo modo si può seriamente affrontare l’insieme dei problemi (il fabbisogno del personale, le risorse finanziarie, i diritti dei lavoratori, il rispetto delle procedure di legge, i tempi e le modalità di selezione, la stabilizzazione degli operatori sanitari, sociosanitari e amministrativi) per garantire la reinternalizzazione di attività e funzioni finora appaltate a società o cooperative esterne. Per questo obiettivo da tempo abbiamo chiesto alla Direzione generale della ASL1 di attivare un rapporto con i sindacati, in piena legittimità e trasparenza. Dunque l’odierna dichiarazione del consigliere Verrecchia – che finalmente e con un certo ritardo si interessa dell’argomento – è solo un primo segno di apertura a cui deve immediatamente seguire il confronto con le parti sociali. D’altra parte il riferimento normativo a cui si fa riferimento (il comma 268 dell’art.1 della Legge 234/2021) è utile e poteva essere utilizzato già da tempo, ma non è sufficiente perché prevede “…procedure selettive per il reclutamento del personale da impiegare nelle funzioni reinternalizzate … attraverso una riserva di posti non superiore al 50 per cento di quelli disponibili, del personale impiegato in mansioni sanitarie e socio-sanitarie…” e lascia aperto il tema degli impiegati amministrativi. Dunque, invece di procedere da sola, sarebbe più giusto e utile che la ASL1 condividesse strategie, strumenti e modalità d’azione con le organizzazioni sindacali per garantire insieme la valorizzazione del personale, le opportunità di accesso pubblico, la trasparenza delle assunzioni e il miglioramento di tutti i servizi. Una struttura così carica di responsabilità e di problemi come la ASL1 – emarginata dalla politica regionale che le sottrae risorse, colpita da carenze strutturali di personale e strumentazioni, con lunghissime liste d’attesa e poi anche aggredita dall’hackeraggio dei dati degli utenti – non solo non dovrebbe temere, ma anzi dovrebbe cercare costantemente il confronto con i sindacati e con ogni soggetto protagonista del sistema sanitario locale.

 

Il consigliere regionale
Pierpaolo Pietrucci