Nei prossimi giorni è prevista una seconda ondata di caldo e di questi fenomeni ve ne saranno anche nelle prossime estati: è per tale ragione che sulle misure da adottare a tutela dei lavoratori proseguono e sono già calendarizzati incontri a livello di Governo e nei territori. Si tratta di confronti appositamente dedicati e volti ad individuare interventi per evitare che la calura generi ulteriori infortuni e problematiche in termini di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. In questi giorni tanti sono stati i casi di emergenza riscontrati sino agli esiti fatali. Non era quindi affatto risolto il tema la scorsa settimana quando ho proposto di discuterne e lo dimostrano, appunto, tutti i passaggi che si stanno ancora sviluppando. Vi sono quindi tutti i presupposti e i motivi di urgenza perché, nell’esercizio del nostro ruolo di consiglieri regionali, si trovi la strada per fare in modo che la Regione Abruzzo intervenga se possibile anche meglio di quanto hanno già fatto altre regioni. Un intervento necessario e urgente seguendo il solco di quanto emerso in questi giorni e di ciò che viene sollecitato non solo dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori ma anche dal mondo delle Imprese e da Confindustria che, peraltro, considera necessario che ci si attivi esattamente come accadde nell’emergenza Covid. Per queste ragioni sarà mia cura riprendere e seguire la risoluzione n.87/V presentata il 18 luglio scorso con riferimento all’art.32 della Legge 833/78 per discuterla nell’ambito dei lavori della Quinta Commissione. Dinanzi ai fatti che stanno emergendo anche nella nostra regione e che vedono non solo i settori tipicamente esposti quali l’edilizia e il lavoro nei campi ma anche fabbriche che divengono forni e altri ambiti dove non vi è un ambiente climatizzato, è dovere della Giunta Regionale attivarsi con una specifica ordinanza come hanno fatto le Regioni Calabria, Campania, Puglia, nonché indicare e promuovere anche di concerto con i Sindaci e nel raccordo con Associazioni di Impresa e organizzazioni sindacali dei lavoratoriogni utile azione avendo in mente con chiarezza che poter accedere – sin dal 2017 e per le sospensioni di attività legate al caldo – alla Cassa Integrazione Ordinaria a copertura economica delle ore non lavorate, non ha frenato l’attenzione né ha impedito il verificarsi di infortuni anche gravi e ciò proprio perché la Cassa Integrazione arriva se il datore di lavoro sceglie di sospendere l’attività e farne domanda: prima di tutto viene quindi la necessità di sospendere certe lavorazioni se sussistono condizioni di caldo insostenibile e poiché sappiamo bene che in molti casi non è così naturale attivare procedure di CIG il punto è ora attenzionare tutto il mondo del lavoro e fare in modo che siano tutelati anche gli ultimi. Altro che questioni risolte! Discutiamo al più presto la mia risoluzione!
Il Consigliere regionale
Dino Pepe