Ci vuole l’ormai consueta sfacciataggine di Marsilio per definire un “pareggio” l’esito delle elezioni amministrative di domenica scorsa in Abruzzo. L’onda lunga della destra annunciata da Meloni si infrange miseramente sulla qualità dell’amministrazione di Teramo guidata con stima e sostegno popolare da Gianguido D’Alberto con l’unità del centrosinistra. Cercando di consolarsi con altri risultati incomparabilmente minori, la destra dimostra tutta la sua rabbia per questa battuta d’arresto lasciando trasparire rancori, scaricabarile e future vendette. E il tonfo della Lega apre una fase di resa dei conti. Ma questo riguarda gli altri. Noi dobbiamo fare tesoro di questa lezione positiva. C’è un grande spazio per una politica di centro-sinistra che con umiltà e orgoglio dimostri di sapersi dedicare ai veri problemi dei cittadini. Esattamente il contrario del vergognoso atteggiamento di Marsilio: in una Regione afflitta da enormi, gravissimi problemi economici, sociali e occupazionali, ormai il Presidente del Tufello si dedica (e si fa fotografare con orgoglio) solo a sfilare in passerella, a brindare al Vinitaly, a mangiare arrosticini, a pedalare in bicicletta… Eppure, la drammatica crisi della ASL1 attaccata dagli hacker – con persone disperate che attendono una biopsia per sapere se hanno un tumore o non possono seguire le terapie perché i dosaggi sono sulle cartelle cliniche informatiche e inaccessibili – nemmeno lo sfiora. La lezione di queste elezioni per il centro-sinistra, innanzitutto, è che la sfida per le prossime regionali è aperta e si può vincere: serve però un lavoro intenso e serio, serve una coesione continua tra le tante forze di opposizione, un ascolto e un’intesa con i movimenti civici che stanno emergendo, la consapevolezza che l’unità di tutti è più forte delle aspirazioni di alcuni. Serve un programma chiaro e semplice che rimetta l’Abruzzo al centro di rapporti e relazioni: le risorse del PNRR devono servire a investimenti strategici che creino innovazione, ricerca, occupazione. I servizi pubblici devono tornare centrali, contrastando una Autonomia differenziata che ci renderà più poveri in termini di sanità e scuole. I collegamenti e le infrastrutture devono unire la Regione e non penalizzare l’Abruzzo interno. I giovani devono poter tornare a desiderare di studiare e vivere qui investendo su Università, ricerca e servizi. I nostri Borghi devono avere un futuro con la transizione ecologica, lo sviluppo ambientale, l’energia pulita. Mettere in campo le idee giuste e raccogliere le tante energie locali di uomini e donne che nel passato sono stati delusi e trascurati è il compito nostro. E in questo modo si potrà restituire una speranza a un Abruzzo che non merita di essere lo scarto del potere della destra romana.
Il consigliere regionale
Pierpaolo Pietrucci