Questa mattina intendiamo riaccendere i riflettori sui sistematici ritardi in merito al riconoscimento dell’invalidità civile, un disservizio che si ripercuote sulle tante famiglie che contano al proprio interno componenti affetti da patologie invalidanti, e che è stato oggetto di un’interrogazione, presentata nei giorni scorsi al Ministro della Salute dal Senatore e Segretario regionale del Partito Democratico, Michele Fina.
Della vicenda si era occupato in questi mesi anche il Consigliere Regionale Antonio Blasioli, mediante una visita ispettiva condotta presso l’UOC di Medicina Legale dell’ospedale di Pescara, cui sono seguite una risoluzione inviata a fine novembre al Presidente della V Commissione Sanità – che verrà esaminata dal Consiglio regionale nella seduta del 28 febbraio 2023 – e una conferenza stampa arricchita dalla testimonianza di una familiare di una paziente con gravi problemi di deambulazione, che a causa dei ritardi accumulati nella procedura, malgrado diffide e certificazioni rilasciate in precedenza, ha perso il diritto di poter restare al fianco del proprio congiunto.
L’interrogazione parlamentare è finalizzata a conoscere con esattezza il numero delle domande presentate negli ultimi tre anni presso le Asl abruzzesi, di quelle evase e di quelle sospese, e approfondire le ragioni dei ritardi. Sappiamo che a Pescara la situazione è particolarmente grave. Il passivo maturato è di oltre 10.000 pratiche inevase, relative in parte agli anni 2020, 2021 e 2022, ritardi dunque finanche biennali che cozzano con l’art. 1 comma 3 del DPR 698/94, secondo cui il procedimento relativo all’accertamento sanitario dovrebbe concludersi entro 9 mesi dalla presentazione della domanda.
La pandemia ha senz’altro influito sulle dilazioni, tuttavia anche altre Asl hanno affrontato l’emergenza pandemica. Dietro un arretrato così ingente vi sono fattori ben più determinanti, quali:
– La scarsa efficienza delle commissioni esaminatrici, che attualmente ammontano a 9 (di cui 1 per i minori) e si riuniscono solo due volte a settimana effettuando circa 200 visite al mese – quantità che con ogni evidenza non può consentire di smaltire il pregresso ma anzi contribuisce a generare altri ritardi -. I membri vengono remunerati a gettone (50 euro a seduta più 5 euro a pratica conclusa) e fissano le sedute in modo autonomo e arbitrario. Occorrono più commissioni e un maggior numero di sedute per ciascuna;
– La cronica carenza di organico dell’Unità di Medicina Legale, ridotto negli anni all’incirca di un 50% e di fatto costretto a turni massacranti per assolvere alle innumerevoli incombenze cui è tenuto, tra cui prendere parte alle commissioni suddette.
A cui si aggiungono:
– il sistema informatico dell’INPS, che come ci viene riferito dal Dr. Polidoro, consente di calendarizzare le visite, sulla base delle disponibilità fornite dalle Commissioni, solo nel caso vi siano date utili, in caso contrario le istanze restano sospese. Domande che a quanto pare non possono essere recuperate e gli utenti non possono ripresentare, se non con il rischio di perdere la retroattività del beneficio che decorre dalla richiesta. Un meccanismo quindi farraginoso che si presta a distorsioni;
– Lo stato di evidente abbandono in cui versano gli uffici dell’Unità di Medicina Legale, ubicati al terzo piano della Palazzina H e chiusi al pubblico per via delle gravi lacune strutturali (altezza del vano scale non a norma e mancanza dell’ascensore che arriva fino al secondo piano), che li rendono di fatto inaccessibili a disabili e persone con problemi di deambulazione, per cui le visite vengono effettuate in un’altra palazzina. Sulla porta campeggia un cartello di divieto di accesso per il pubblico.
Tutte criticità che finiscono per generare liste d’attesa lunghissime, esponendo i richiedenti e i loro caregiver a enormi disagi e al rischio di vedersi negati tutti quei diritti e agevolazioni previsti dalla legge n° 104 del 5 febbraio 1992. Non a caso, come riporta il Senatore nell’interrogazione, il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, in esito ad un’azione specifica, ha rilevato con una propria decisione come “l’incapacità dell’Italia di fornire servizi di supporto individualizzati alle famiglie di persone con disabilità sia discriminatoria e violi i loro diritti alla vita familiare, a vivere in modo indipendente e a un tenore di vita adeguato”. E capita persino, come ci è stato segnalato, che sopraggiunga il decesso prima che il verbale venga trasmesso, con evidenti ripercussioni non solo in termini umani ma anche economici, dato che spesso i familiari, sfiduciati da quanto accaduto, rinunciano a presentare ricorso.
Per tutti i motivi sopraelencati il Senatore Michele Fina ha invitato il titolare del Dicastero della Sanità ad interessarsi della questione, a confrontarsi con la Regione Abruzzo, nel rispetto delle diverse prerogative e competenze costituzionalmente assegnate, per appurare con quali iniziative e con quali tempistiche la Regione intenda potenziare l’organico di Medicina Legale, trasferire l’Unità in una struttura idonea e pienamente accessibile, smaltire il corposo arretrato, e conoscere quali progetti obiettivo e piani ad hoc siano stati messi in campo.
«Si tratta di un’interrogazione al Ministro della Salute che ritengo di capitale importanza – afferma il Senatore Michele Fina -, perché i numeri e i dati che riguardano la Asl di Pescara, e in particolare la UOC Medicina Legale, i cui uffici soffrono peraltro di un deficit di accessibilità, sono talmente gravi e preoccupanti da indurci a chiedere un approfondimento che riguarda tutte le ASL abruzzesi. Si parla di un passivo di oltre diecimila pratiche inevase solo per quanto riguarda l’accertamento della invalidità civile, e il ritmo delle visite allo stato attuale non consente di fatto di smaltire l’arretrato. Non si parla di freddi numeri e statistiche, ma del riconoscimento e della garanzia di diritti precisi, che derivano dall’applicazione della legge 104 del 1992, a beneficio delle persone con invalidità e dei loro caregiver. È anche un monito nel momento in cui il governo e la maggioranza hanno avviato il progetto della cosiddetta autonomia differenziata, che se approvata allargherà i divari nel Paese. La sanità è uno dei settori più sensibili, di competenza delle Regioni: prima di concedere forme di autonomia è necessario garantire i diritti fondamentali in modo uniforme sul territorio nazionale, e la salute è naturalmente tra questi. L’autonomia differenziata in salsa leghista, così come è concepita, cristallizza invece i divari e aumenta la forbice, nei diritti e nei servizi, tra territori di serie A e territori di serie B».
«Ringrazio il Senatore Fina per la sensibilità dimostrata – sottolinea il Consigliere Blasioli -. Abbiamo svolto conferenze, visite ispettive e presentato una risoluzione che, dopo mesi di attesa, verrà finalmente discussa il prossimo martedì in Consiglio Regionale. Finora non abbiamo ricevuto risposte né dalla Asl di Pescara né dall’Assessore Verì. Mi auguro che l’attenzione del Consiglio regionale e l’interrogazione al Ministro possano contribuire a fare luce su ciò che accade e fungere da incentivo per una rapida soluzione del problema».
Il senatore
Michele Fina
Il consigliere regionale
Antonio Blasioli