In una Regione che subisce la crisi economica, la crescente povertà di migliaia di famiglie, il colpo alla ricostruzione per la cancellazione del bonus 110%, l’inesorabile spopolamento delle zone montane, e tanti altri problemi gravi e urgenti…il presidente Marsilio dedica le sue energie a modificare la legge elettorale per impoverire la nostra democrazia e ridurre la rappresentanza locale.

È una scelta assurda e grave.

Una discussione del genere si affida a inizio legislatura – e non certo a un anno dalla sua conclusione – alla riflessione aperta e libera dell’intera assemblea del Consiglio, senza condizionarla con una proposta “indecente”, calata dall’alto e che suona, per maggioranza e opposizione, più come un diktat che come una riforma.

Ma la cosa più grave è che la logica che sottende il diktat di Marsilio mira di fatto a:

  • penalizzare le aree interne, poiché l’abolizione delle quattro circoscrizioni elettorali provinciali e l’elezione dei candidati solo su base regionale porterà inevitabilmente le aree interne, notoriamente con densità abitativa minore rispetto alla costa, a soccombere rispetto alle popolose province di Pescara e Chieti. Ci saranno più candidati eletti in quell’area che nell’Abruzzo interno, con un evidente squilibrio che accentuerà le “discriminazioni” che già in questa legislatura sono state pesantissime.
  • favorire i candidati economicamente più forti e più ricchi: a fronte della fragilità organizzativa dei partiti (che una volta intervenivano in campagna elettorale con le risorse, le strutture e l’impegno di uomini e donne) adesso costi e gestione delle elezioni pesano quasi esclusivamente sui singoli. In un collegio regionale chi potrà permettersi di “coprire” con eventi, spot, manifesti, volantini… l’intero territorio abruzzese? Solo chi avrà una barca di soldi, magari sostenuto da qualche potentato economico a cui poi restituire il favore.
  • penalizzare le donne: introducendo la tripla preferenza di genere, inevitabilmente la rappresentanza femminile verrà ridotta. Se infatti oggi la “doppia preferenza” risponde pienamente al principio della parità delle condizioni di partenza per uomini e donne, altrettanto non accadrà se le preferenze saranno tre.

Il vero obiettivo, dunque, è cambiare le regole del gioco a pochi mesi dal voto e per un puro vantaggio di parte: non si spiega altrimenti la reazione scomposta di Marsilio che giorni fa ha attaccato e offeso l’Ufficio legislativo della Presidenza del Consiglio regionale, reo di aver ritenuto la sua proposta di legge in conflitto con lo Statuto della Regione e altre normative.

Le critiche dei Sindaci, dell’opposizione, di ambienti di maggioranza e la sostanziale inutilità di questa legge, convincano Marsilio a ritirarla. Ci sarà tempo a inizio della prossima legislatura per rifletterci meglio e insieme.

Se invece vorrà forzare la mano, ricorreremo a tutti gli strumenti: a partire dal Referendum.

 

 

Il consigliere regionale
Pierpaolo Pietrucci