“Ci stiamo preparando ad una pandemia nella pandemia con effetti a lungo termine. Le depressioni che vediamo oggi le dovremo curare per almeno un triennio”. Queste preoccupanti parole della psicoterapeuta e coordinatrice dell’Itci di Roma, Michela Pensavalli, riassumono un quadro drammatico: il Paese affronta da ormai due anni la sfida impostaci dal Sars-Covid-2, all’ombra della quale se ne cela un’altra, più silenziosa e forse meno facile da afferrare in quanto circoscritta, il più delle volte, all’interno delle singole abitazioni.
Quella dei disturbi mentali è un’emergenza. In Italia quasi due milioni di giovani soffrono di disturbi neuropsichici dell’età evolutiva. I dati della SIP raccontano di un incremento del 147% negli accessi ai pronto soccorso per ideazione suicidaria tra minori nel periodo tra marzo 2020 e marzo 2021, rispetto allo stesso lasso temporale nell’anno precedente. Secondo l’Unicef, in Europa il suicidio è la seconda causa di morte nei giovani tra i 15 ed i 19 anni.
Le statistiche sono impressionanti, ma la pandemia ha accelerato e portato agli estremi un fenomeno da tempo in corso. Basti pensare che già anni fa l’ISS aveva indicato il suicidio come causa del 12% delle morti tra i giovani di 15-29 anni (numero analogo a quello delle morti causate da tumori e secondo solo a quelle per incidenti stradali). Rilevazioni Istat stabiliscono poi che nel 2015 (tra gli over 15) 2.8 milioni di persone abbiano sofferto di depressione.
L’emergenza Covid ha insomma infierito su una popolazione già psicologicamente fragile. Ciò impone alla politica, oltre che profondi spunti di riflessione, il dovere di agire per far fronte alle nuove sfide che si presentano in merito. Se è vero che con il succedersi degli anni alcuni temi sociali scompaiono ed altri prendono il loro posto, allora è innegabilmente compito delle organizzazioni democratiche per eccellenza, i partiti politici (ed in particolare quelli di stampo progressista), farsi carico delle nuove necessità e provvedere all’elaborazione di risposte utili ed efficaci ai fini del benessere individuale e collettivo.
Alcune amministrazioni si stanno già muovendo: Regione Lazio attraverso lo stanziamento di 2,5 milioni e mezzo per il sostegno psicologico, la Regione Campania e la Regione Lombardia con l’istituzione della figura di psicologo di base. All’estero, il presidente francese Macron annuncia il rimborso di colloqui psicoterapeutici ai cittadini.
La Regione Abruzzo non può e non deve essere esente dal prendere provvedimenti concreti in materia di salute mentale, così come non deve perdere l’occasione di poter sviluppare al proprio interno un processo di sensibilizzazione e awareness, un dialogo costruttivo che porti alla rimozione di quello stigma ancora fin troppo legato alla figura dei professionisti del settore e alle richieste di aiuto che ad essi pervengono.
La salute mentale non è negoziabile. I saldi principi di solidarietà e di attenzione verso i più fragili, che sono alla base dell’azione politica dei Giovani Democratici, richiamano in noi la volontà di contribuire in modo concreto e deciso alla lotta contro una delle emergenze più allarmanti che ci si pongono davanti. Avanzeremo dunque le nostre proposte sulla salute mentale, interventi frutto di un attento dialogo con professionisti del settore sul territorio. Bisogna agire, ed in fretta, su tre ambiti:
– l’istituzione della figura di psicologo di base;
– garantire alla popolazione abruzzese ampio ed eguale accesso ad assistenza psicologica mediante apposite agevolazioni, laddove ostacoli di natura economica si frappongono tra il raggiungimento del benessere psichico e la persona;
– intervenire nelle scuole, luogo di formazione del futuro, rafforzando la figura dello psicologo scolastico e concorrendo alla creazione di un clima che favorisca nei giovani la comprensione dei fenomeni di disagio psicologico e l’acquisizione degli strumenti necessari a riconoscerli e gestirli.
L’obiettivo è chiaro: la salute mentale non deve essere un lusso, bensì precondizione per lo sviluppo del singolo all’interno della società. Vogliamo che sia garantito alla popolazione abruzzese il diritto ad un futuro di crescita e serenità all’insegna del benessere interiore.