Il territorio aquilano ha sempre avuto una vocazione al turismo. E nel tempo le nostre potenzialità sono cresciute per la diffusione di una cultura attenta alla natura, alla bellezza, alla conoscenza dei prodotti tipici, a esperienze emozionali che fanno dei borghi, della montagna e dei sentieri la meta preferita di italiani e stranieri in ogni stagione. Da due anni, poi, la pandemia ha esaltato il bisogno di vivere e frequentare ambienti sani e incontaminati, spazi aperti, luoghi liberi dall’affollamento delle metropoli e delle città d’arte.
Per questo, nonostante l’offerta limitata e ancora arretrata, il Gran Sasso, l’altopiano delle Rocche, tutto l’aquilano hanno vissuto stagioni di grande successo turistico. Con la diffusione della banda larga e adeguati servizi sociali, inoltre, i nostri paesi potranno attrarre giovani e famiglie non solo per qualche giorno di vacanza, ma per viverci e lavorarci.
Eppure una politica assurda a volte impedisce questi risultati. E addirittura per insipienza, presunzione o per ambizione di potere, colpisce esperienze eccellenti e di successo producendo danni economici, di immagine e di crescita sociale diffusa: non si spiega altrimenti la condizione assurda in cui si trovano le Grotte di Stiffe.
Le grotte sono una formidabile meraviglia naturalistica e sono state un grande attrattore turistico, grazie al lavoro paziente, coraggioso e qualificato di chi per oltre vent’anni ne ha promosso lo sviluppo con investimenti, promozione e una gestione qualificata.
La società Progetto Stiffe – protagonista fino a qualche tempo fa di questa esperienza – ha generato un flusso di visitatori giunto a 70.000 presenze annue, coinvolgendo scolaresche e associazioni e collaborando con il turismo rocchiggiano anche attraverso la sua presenza nel consorzio dello Ski Pass dei Parchi. Ha investito in infrastrutture e marketing, ha creato una rete virtuosa con i Comuni del circondario e le loro bellezze artistiche e monumentali (la necropoli di Fossa, il Tratturo Magno, il Cammino di Celestino, la pista ciclabile, il fiume Aterno, le chiese romaniche, ecc.). E’ stata attenta negli anni nel coinvolgere in modo massimo gli operatori e negozianti del territorio per ogni sua esigenza. Ha arricchito l’offerta con spazi ludici e ricreativi, ha realizzato il parco tematico L’Aquilandia, si è posta al centro di un sistema turistico a vantaggio degli operatori locali e, grazie ai risultati economici ha consentito al Comune di San Demetrio di incassare (dal 1996 al 2018) canoni di concessione per 1.350.000 euro netti.
Purtroppo alla scadenza, nel 2018, l’Amministrazione di San Demetrio invece di ripromuovere il bando di gestione (magari anche con condizioni più vantaggiose per il Comune) o qualunque altra soluzione percorribile, ha escluso la Progetto Stiffe, scegliendo di dare affidamenti temporanei a vari operatori con risultati poco dignitosi.
Negli ultimi 4 anni le Grotte sono state chiuse mediamente 142 giorni l’anno (e la pandemia ha contribuito a questo blocco), oggi i turni di visita si sono ridotti da sei a due giornalieri (mai accaduto prima) e con personale privo di alcuni requisiti necessari per esercitare la professione di guida, i visitatori si sono di fatto dimezzati, le attività commerciali nei dintorni stanno chiudendo, si è interrotto quel circuito virtuoso di incoming, cioè di attrazione turistica organizzata, che la Progetto Stiffe garantiva avendo anche un Tour operator riconosciuto e accreditato.
Come se non bastasse, l’amministrazione comunale (affossando una società efficiente di cui il Comune di San Demetrio è socio insieme ad altri Comuni) ha speso – sprecato – oltre 400.000 euro di affidamenti temporanei per studiare nuove forme societarie, parrebbe essere sotto verifica della Corte dei Conti e sotto la lente dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione), si trova a gestire i contenziosi con la società Progetto Stiffe, ha creato un conflitto amministrativo sfociato con le clamorose dimissioni della vice Sindaca e, per la gestione delle Grotte, adesso si è imbarcata nella costituzione di una Municipalizzata (!) per una attività non prevista dalle norme (il turismo è un settore imprenditoriale, non certo un servizio di pubblica utilità) nel momento in cui lo Stato riduce ovunque le società pubbliche in nome della trasparenza, del risparmio e della concorrenza, in modo che i Comuni possano dedicarsi ai servizi essenziali per la comunità.
Mi rivolgo a tutti gli Amministratori pubblici eletti sul territorio: non disperdiamo questo patrimonio di professionalità che è una risorsa di tutti. La politica investa idee e progetti per lo sviluppo pubblico e per il bene dei cittadini. Riprendiamo, con i giusti miglioramenti la strada di successi imboccata dal Comune di San Demetrio nel 1996 e rilanciamo le Grotte di Stiffe.
Il consigliere regionale
Pierpaolo Pietrucci