A. INTRODUZIONE

Il sisma del 6 aprile 2009 ha avuto come epicentro il comune dell’Aquila, ma ha colpito duramente un’ampia area della regione Abruzzo.
Le zone più colpite sono nella Provincia dell’Aquila. La città capoluogo è stata gravemente danneggiata, con crolli significativi nel centro storico e nei quartieri circostanti. Onna: Simbolo del sisma, con oltre il 70% delle abitazioni crollate. L’intero cratere sismico ha coinvolto 57 comuni, con gradi di danno variabili, ma concentrati prevalentemente nelle aree interne montane della provincia dell’Aquila.

Il sisma del 24 agosto 2016, insieme alle successive scosse di ottobre 2016 e gennaio 2017, ha interessato principalmente il versante sud-occidentale della regione Abruzzo, al confine con Lazio, Marche e Umbria. Le aree maggiormente colpite sono nella Provincia di Teramo e dell’Aquila, poco rilevante l’effetto nelle altre due province di Pescara e di Chieti ; il cratere comprende 23 comuni

Queste aree condividono caratteristiche comuni: piccoli comuni montani, fragilità infrastrutturali e una vulnerabilità sociale ed economica preesistente, che il sisma ha ulteriormente aggravato.

La ricostruzione in Abruzzo a seguito dei sismi del 2009 e del 2016 ha rappresentato uno dei più complessi processi di recupero post-disastro nella storia recente del nostro Paese.

Le operazioni hanno riguardato edifici privati e pubblici, ciascuno gestito attraverso specifiche procedure normative e organizzative, mirate a garantire sicurezza, sostenibilità e trasparenza nell’utilizzo delle risorse.

Un aspetto fondamentale da evidenziare è che i sismi hanno colpito in modo particolare le aree interne e i piccoli comuni, aggravando il fenomeno dello spopolamento.

La distruzione delle abitazioni, delle infrastrutture e delle attività economiche ha accelerato l’abbandono di molti territori già fragili dal punto di vista demografico e sociale. Questo ha comportato la necessità di politiche specifiche per non solo ricostruire, ma anche rilanciare le comunità locali, al fine di contrastare la perdita del capitale umano e culturale di queste aree.

A1 Ricostruzione degli Edifici Privati

Sisma 2009

Il Decreto-Legge n. 39/2009 ha rappresentato la base normativa per il riconoscimento dei contributi, con successive Ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri (OPCM) che hanno definito criteri e modalità operative. Inizialmente gestite dalla Protezione Civile, le procedure sono state successivamente trasferite agli Uffici Speciali per la Ricostruzione (USR) con la cessazione dello stato di emergenza, sancita dall’art. 67-ter della Legge n. 134/2012.

Un importante passo in avanti è stato compiuto con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 febbraio 2013, che ha introdotto criteri semplificati per determinare i contributi nei centri storici. Questi criteri includevano una valutazione parametrica basata sul livello del danno, la vulnerabilità strutturale, le superfici coinvolte e l’eventuale presenza di elementi di pregio storico o architettonico.

Sisma 2016

Per il sisma del 2016, la gestione della ricostruzione privata è stata ulteriormente affinata. Le ordinanze emesse hanno disciplinato le modalità di accesso ai contributi, ponendo particolare attenzione alla semplificazione delle procedure e alla trasparenza nell’assegnazione delle risorse. Un punto di riferimento importante è stato il “Testo Unico della Ricostruzione Privata”, che ha consolidato in un unico documento le norme e le linee guida operative, offrendo chiarezza e coerenza alle migliaia di cittadini coinvolti nel processo.

Gli interventi hanno riguardato sia danni lievi che gravi, con un significativo volume di richieste di contributo per la riparazione e la ricostruzione. Tuttavia, una delle principali criticità è stata rappresentata dai tempi di istruttoria e dalla complessità burocratica, che ha spesso rallentato l’accesso ai fondi e la realizzazione degli interventi.

A2 Ricostruzione degli Edifici Pubblici

Sisma 2009

La ricostruzione pubblica è stata guidata da un quadro normativo che ha evoluto progressivamente gli strumenti operativi. La Legge n. 147/2013 ha introdotto principi finanziari specifici per gli interventi pubblici, successivamente integrati e rifinanziati con la Legge n. 213/2023.

Uno dei punti di svolta è stato il Decreto-Legge 19 giugno 2015, che ha permesso la creazione di Programmi Pluriennali di Settore, un approccio strutturato per la pianificazione degli interventi in settori strategici come l’edilizia scolastica, la sanità e le infrastrutture. La Delibera CIPE n. 48/2016 ha poi definito criteri dettagliati per l’attuazione di tali programmi, assegnando risorse e responsabilità alle amministrazioni competenti.

Sisma 2016

Gli edifici pubblici danneggiati dal sisma del 2016 hanno seguito un percorso normativo parallelo, ma con una maggiore attenzione alla programmazione e al monitoraggio. L’Ufficio Speciale per la Ricostruzione Sisma 2016 – Abruzzo ha avuto un ruolo centrale nel coordinare gli interventi, fornendo modulistica e linee guida per garantire coerenza nelle procedure.

L’attenzione si è concentrata in particolare sull’edilizia scolastica, essenziale per il ripristino della vita comunitaria, e sulle opere infrastrutturali strategiche, necessarie per sostenere la ripresa economica e sociale delle aree colpite.

A3 Monitoraggio e Stato di Avanzamento

Il monitoraggio è stato un elemento cruciale nel garantire trasparenza e controllo sullo stato di avanzamento dei lavori. La Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con gli Uffici Speciali per la Ricostruzione, ha implementato sistemi digitalizzati per la rilevazione dei dati. Questi strumenti hanno consentito di:

-Verificare l’avanzamento dei lavori in tempo reale. -Individuare criticità nei processi operativi.
-Pianificare in modo accurato le risorse finanziarie e umane.

B. DATI RELATIVI ALLA RICOSTRUZIONE AL 2024

Il sisma del 2009 e quello del 2016 hanno colpito duramente la regione Abruzzo, causando danni ingenti al patrimonio edilizio, alle infrastrutture e alle attività produttive. La ricostruzione ha richiesto uno sforzo coordinato tra istituzioni, enti locali e cittadini, con interventi distinti per edifici privati e pubblici, finanziati attraverso contributi dedicati e normative specifiche.

Qui di seguito vengono analizzati di dati relativi alla ricostruzione e le principali criticità, distinguendo tra gli interventi sugli edifici privati e quelli pubblici, evidenziando numeri e criticità. I dati riguardano l’intero Appennino Centrale

B1: Ricostruzione degli Edifici Privati

DATI PRINCIPALI

1. Sisma 2009:
• Richieste presentate: circa 72.000
• Contributi concessi: oltre 10 miliardi di euro

• Stato di avanzamento: circa il 72% degli interventi completati. 2. Sisma 2016:
• Richieste presentate (al 31 maggio 2024): 31.177
• Richieste approvate: 19.899

• Cantieri completati: oltre 11.000
• Importo concesso: 8,5 miliardi di euro

• Importo liquidato: 4,5 miliardi di euro.

Dati Specifici (Sisma 2016) Abruzzo (vedi tabella)page5image47157568 page5image47158720 page5image47158528 page5image47158336 CRITICITÀ CHE SI EVIDENZIANO anche DALLA TABELLA:

• Tempi lunghi per l’istruttoria: Circa il 22% delle richieste è ancora in fase di esame.
• Importi non liquidati: Solo il 52% degli importi concessi è stato effettivamente liquidato .
• Elevato numero di domande respinte: Quasi il 28% delle richieste presentate è stato respinto.

Le cause vanno ricercate nella carenza delle pratiche presentate dai privati e dai ritardi nella integrazione documentale; dalla mancanza di personale e prima del codice unico della ricostruzione, dalla complessa normativa.

B2 : Ricostruzione degli Edifici Pubblici

DATI PRINCIPALI
1. Sisma 2009:
• Interventi programmati: 1.800
• Finanziamenti: circa 7 miliardi di euro

• Stato di avanzamento: circa il 65% degli interventi completati. 2. Sisma 2016:
• Interventi programmati: 3.509
• Importo complessivo: 4,2 miliardi di euro

• Stato di avanzamento (al 31 maggio 2024):
• 95% opere programmate avviate
• 66% in fase di progettazione (di cui 25% approvati) • 16% con lavori in corso • 12% completati.
CRITICITÀ
• Tempi di progettazione: Circa il 66% delle opere è ancora in fase di progettazione, rallentando la realizzazione concreta.
• Risorse limitate: Carenza di personale tecnico qualificato per gestire il numero elevato di interventi.
• Ritardi amministrativi: Complessità delle procedure per l’assegnazione dei fondi.

B3 Criticità Generali

1- Spopolamento e Aree Interne: uno degli effetti collaterali più preoccupanti dei sismi è stato l’aggravarsi del fenomeno dello spopolamento, in particolare nei piccoli comuni delle aree interne. La perdita delle abitazioni e delle infrastrutture essenziali ha spinto

molti abitanti a trasferirsi altrove, spesso senza ritorno. Questo fenomeno ha avuto un impatto devastante sulle comunità locali, molte delle quali rischiano di scomparire del tutto se non verranno adottate politiche efficaci di sostegno e rilancio.
2 – Lunghezza delle Procedure Amministrative: la complessità delle norme e l’eccessiva burocrazia hanno spesso rallentato l’avvio e il completamento degli interventi. 3-Carenza di Risorse Umane: gli Uffici Speciali hanno operato con personale limitato rispetto al carico di lavoro richiesto.

4-Incremento dei Costi dei Materiali: l’aumento dei costi di costruzione determinato anche dagli incentivi ome il Superbonus 110% hanno complicato il completamento degli interventi.
5- Infiltrazioni Criminali: l’enorme volume di risorse allocate ha richiesto un’attenta vigilanza per evitare il rischio di infiltrazioni mafiose nei cantieri.

B4 FINANZIAMENTI PER LA RIPRESA ECONOMICA, TURISTICA E CULTURALE DELLE AREE MONTANE
A seguito del sisma del 2016, sono stati erogati finanziamenti significativi per sostenere la ripresa economica, turistica e culturale delle aree montane colpite. Questi interventi, parte del Piano Nazionale Complementare (PNC) al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), mirano a promuovere lo sviluppo sostenibile e la rigenerazione dei territori interessati.

1. Rilancio Economico e Sociale
La Macromisura B del PNC, denominata “Rilancio economico e sociale”, ha stanziato 700 milioni di euro, suddivisi in quattro linee di azione:
-Sostegno agli Investimenti delle Imprese: 380 milioni di euro destinati a finanziare progetti di investimento di varie dimensioni, inclusi 60 milioni per iniziative strategiche di rilevante entità e 100 milioni per progetti di dimensione intermedia.
– Turismo, Cultura, Sport e Inclusione: 180 milioni di euro per sostenere circa 200 iniziative nel settore turistico, culturale e sportivo, attraverso finanziamenti a fondo perduto o agevolati. Ulteriori 70 milioni sono destinati a progetti territoriali promossi da enti locali per qualificare l’offerta turistica e culturale.

– Innovazione Sociale e Rilancio Abitativo: 30 milioni di euro per interventi rivolti a enti locali, imprese sociali e cooperative di comunità, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale e l’innovazione.

2. Rigenerazione Urbana e Territoriale
La Macromisura A del PNC ha previsto 325 milioni di euro per la rigenerazione urbana, con particolare attenzione a:
-Progetti di Rigenerazione di Borghi e Centri Storici: 200 milioni di euro destinati alla riqualificazione di spazi pubblici nei borghi e nelle città colpite dal sisma. -Conservazione e Fruizione dei Beni Culturali: 25 milioni di euro per interventi di conservazione del patrimonio culturale, inclusa l’eliminazione delle barriere architettoniche.
-Percorsi Culturali e Tematici: 100 milioni di euro per sviluppare cammini culturali, tematici e storici, oltre alla rifunzionalizzazione di strutture da destinare a fini turistici e sportivi.
3. Sostegno alle Piccole e Medie Imprese (PMI)
Nell’ambito del programma NextAppennino, sono stati concessi finanziamenti per 180 milioni di euro a 43 PMI operanti nei settori del turismo, cultura e sport, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico nelle regioni colpite dal sisma.
4. Valorizzazione dei Cammini dell’Appennino Centrale
Un investimento di 47 milioni di euro è stato destinato alla valorizzazione dei cammini dell’Appennino Centrale, finanziando l’infrastrutturazione, la segnaletica turistica e la promozione digitale, in vista del Giubileo 2025.
5. Conservazione dei Beni Culturali
Sono stati finanziati 12 interventi per un totale di 3,6 milioni di euro, destinati alla conservazione e valorizzazione di palazzi storici, archivi e biblioteche nei territori colpiti dal sisma del 2016.

B5 CONCLUSIONI

L’Importanza di una Corretta Programmazione dei Finanziamenti per la Ripresa Economica, Turistica e Culturale nelle Aree Interne

Il sisma del 2016 ha profondamente segnato le aree interne dell’Appennino, in particolare i piccoli comuni, già fragili dal punto di vista economico e sociale.

Per queste comunità, la ricostruzione non può limitarsi al ripristino fisico degli edifici, ma deve essere accompagnata da un rilancio complessivo che miri alla ripresa economica, turistica e culturale del territorio. I finanziamenti erogati attraverso il Piano Nazionale Complementare (PNC) al PNRR e altre misure specifiche rappresentano un’opportunità unica per il rilancio di questi territori, ma solo una programmazione efficace e inclusiva può garantire che tali risorse siano utilizzate al meglio.

Uno degli ostacoli principali per i piccoli comuni delle aree interne è la mancanza di mezzi e competenze tecniche per formulare progetti in grado di accedere ai fondi disponibili. Questi enti, spesso privi di personale qualificato e risorse economiche adeguate, si trovano in difficoltà nel rispettare i requisiti complessi richiesti dai bandi di finanziamento. La conseguenza è un rischio concreto che le risorse stanziate rimangano inutilizzate o che siano convogliate verso realtà più strutturate, escludendo così i territori più colpiti e bisognosi.

Questa situazione evidenzia la necessità di un supporto mirato per i piccoli comuni, attraverso:

• Assistenza tecnica e progettuale: La creazione di strutture centralizzate a livello regionale o nazionale, che forniscano competenze specialistiche per lo sviluppo di progetti integrati.

• Semplificazione burocratica: La riduzione delle barriere amministrative che limitano l’accesso ai fondi, con procedure più snelle e modulate sulle esigenze delle realtà locali.

• Promozione della collaborazione territoriale: L’incentivo alla creazione di partenariati tra comuni, associazioni e privati per sviluppare progettualità comuni.

I finanziamenti destinati alla ripresa economica, turistica e culturale devono, inoltre, essere inseriti in una programmazione strategica che tenga conto delle specificità territoriali e delle vocazioni delle aree interne. Questo significa:

• Rilanciare l’economia locale: Favorire investimenti nelle filiere tradizionali (agricoltura, artigianato, agroalimentare) e promuovere nuove opportunità nei settori dell’innovazione e dell’energia sostenibile.

• Valorizzare il patrimonio culturale e paesaggistico: Riqualificare i borghi storici, preservare i beni culturali e incentivare il turismo lento, come i cammini tematici e le esperienze legate al contatto con la natura.

• Contrastare lo spopolamento: Migliorare la qualità della vita attraverso servizi essenziali (scuole, sanità, trasporti), incentivare il ritorno delle giovani generazioni e attrarre nuovi residenti con politiche di housing e lavoro.

La programmazione dei finanziamenti non deve essere solo un processo tecnico, ma un percorso partecipativo che coinvolga tutte le parti interessate: istituzioni, comunità locali, associazioni di categoria, imprese e cittadini. Solo attraverso una visione condivisa si può assicurare che le risorse disponibili vengano utilizzate in modo efficace e coerente con i bisogni del territorio.
In questo contesto, la programmazione dovrebbe seguire alcuni principi chiave:

1. Priorità alle aree più fragili: Assicurare che i piccoli comuni abbiano accesso prioritario ai fondi, per non lasciare indietro chi ha più bisogno.

2. Integrazione degli interventi: Pianificare azioni coordinate che combinino infrastrutture, turismo, cultura ed economia, evitando interventi frammentati o scollegati.

3. Monitoraggio continuo: Garantire trasparenza e controllo sull’avanzamento dei progetti, con sistemi di monitoraggio in grado di individuare e correggere eventuali criticità.

Le aree interne rappresentano un patrimonio unico del nostro Paese, non solo per il loro valore storico e culturale, ma anche per il ruolo che possono giocare in uno sviluppo sostenibile e decentralizzato. Tuttavia, senza una corretta programmazione e un supporto adeguato ai piccoli comuni, il rischio è che queste risorse non raggiungano il loro pieno potenziale, lasciando incompiuto il processo di rinascita.

La sfida della ripresa post-sisma non è solo una questione di ricostruzione fisica, ma un’opportunità per ridare vita a territori che rischiano di essere dimenticati. Investire nella programmazione, nell’assistenza tecnica e nella partecipazione delle comunità locali significa costruire un futuro più equo e sostenibile per queste aree.
Abruzzo 28.11.2024

Manola Di Pasquale – Responsabile Enti Locali – PD Abruzzo