Al Senato è in discussione il decreto legge n. 113, che toglie 117 milioni di euro alla sicurezza delle autostrade dell’Abruzzo. Si tratta dell’ennesimo scippo ai danni delle infrastrutture abruzzesi che vedrebbero svanire risorse dedicate alla messa in sicurezza di ponti, viadotti e gallerie autostradali.
Non è la prima volta che il governo Meloni usa l’Abruzzo come un bancomat. Nell’estate del 2023, con la revisione del PNRR, la Regione Abruzzo si è vista sottrarre 620 milioni destinati al raddoppio della linea ferroviaria Pescara-Roma. Un taglio che si è sommato agli 845 milioni che il Ministero dei Trasporti aveva già tagliato alla stessa infrastruttura pochi giorni prima, per un totale di 1 miliardo 465 milioni. Cifre compensate soltanto parzialmente dalla elargizione che il governo ha fatto a marzo scorso, restituendo all’Abruzzo 720 milioni ma – si badi bene – non dai fondi PNRR bensì dal FSC, cioè risorse che erano già nostre.
Infine, nel novembre scorso la giunta regionale di centrodestra si è fatta scippare dal governo 350 milioni di euro – 150 nel 2024 e 200 nel 2025 – che sono “volati” dall’alta velocità sulla linea ferroviaria adriatica a quella sulla tratta Milano-Genova.
Perché Marsilio non leva verbo di fronte a questo trattamento? E’ più importante essere fedele alla linea del suo partito o battersi per l’Abruzzo di cui è presidente? E i parlamentari abruzzesi del centrodestra, come fanno a permettere questi scippi continui ai danni dei territori che rappresentano? Restiamo in attesa di qualche risposta che non suoni come una difesa d’ufficio.
Daniele Marinelli, segretario regionale del PD Abruzzo