Ieri mattina a Taranta Peligna ho partecipato alle celebrazioni del 25 Aprile nel luogo simbolo della Resistenza abruzzese, il Sacrario della Brigata Maiella, insieme ad ANPI, sindacati, sindaci, tante cittadine e cittadini, autorità civili e militari. Nessun esponente della giunta regionale, nessun esponente della maggioranza in consiglio regionale, nessun dirigente politico del centrodestra regionale.
Il Presidente Mattarella ieri, citando Aldo Moro, ricordava come “intorno all’antifascismo è possibile e doverosa l’unità popolare, senza compromettere d’altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico”.
Alle nostre latitudini, il presidente Marsilio invece ancora ieri teorizzava la sua incapacità nel definirsi antifascista, in nome della sua preferenza ad esprimersi in positivo: loro sono “per”, non sono “contro”. Nell’Abruzzo della Brigata Maiella, della linea Gustav, delle città distrutte e della guerra casa per casa; nell’Abruzzo dell’eccidio dei Limmari, nell’Abruzzo delle 359 stragi nazifasciste, il presidente della Regione non riesce a pronunciare la parola “antifascista”. Loro sono “per”, non sono “contro”.
Confesso: mi assale un profondo senso di vergogna. Viva la Brigata Maiella, viva la Liberazione, viva l’Italia antifascista.
Daniele Marinelli, segretario regionale del PD Abruzzo