Nell’agosto 2022, nell’ambito dell’approvazione della Legge Regionale che ha previsto la fusione tra Fira e Abruzzo Sviluppo, è stato approvato un emendamento alla suddetta legge secondo cui alla nuova società scaturita dalla fusione sono state attribuite anche le funzioni in materia di formazione in capo all’ormai disciolto “Ciapi”.
L’articolo aggiunto alla legge poneva fine a un lungo periodo di interregno, contraddistinto dalle proteste degli ex dipendenti e dai debiti della Regione nei confronti dell’Istituto, che di fatto precludevano l’erogazione degli stipendi ai lavoratori. La soluzione trovata consentiva quindi da un lato di non disperdere il patrimonio di conoscenze detenuto dal Ciapi e dall’altro di offrire una chance lavorativa agli ormai pochi lavoratori rimasti.
Al fine di permettere a Fira di sostenere le funzioni aggiuntive, la Regione ha stanziato inizialmente 240.000 euro. Tuttavia, proprio in relazione agli aspetti finanziari, la legge ha subito diverse modifiche, che hanno riguardato in un primo tempo la provenienza delle risorse. In seguito sono stati previsti ulteriori fondi, dimostrando quindi come fosse errato il conteggio iniziale che prevedeva soli 240.000 euro, giungendo a 390.000 per ogni annualità.
L’ultima modifica legislativa, con cui è stata autorizzata Fira anche ad aumentare il numero del personale, risale allo scorso 12 settembre. Da quella data però è tutto fermo: non è stato modificato né lo statuto di Fira né il contratto di servizio. Insomma, funzioni che la Regione ha ritenuto utile conservare in capo a Fira, tanto da inserire una specifica previsione legislativa, sono rimaste lettera morta, e il motivo sarebbe imputabile alla mancata copertura economica. Sembra incredibile, eppure è proprio così, è stata approvata una legge che non ha coperture per gli anni successivi al 2023.
Chiediamo pertanto alla Regione di provvedere al più presto allo stanziamento di risorse reali per dare definitiva attuazione alla legge. Lo faremo già nell’ambito del progetto di legge c.d. “mille proroghe”, al fine di non disperdere il patrimonio di conoscenze detenuto dal Ciapi, ormai in liquidazione.
Come se non bastasse, oltre al fatto che il personale valido continua ad attendere invano la riassunzione, nei giorni scorsi è arrivata un’altra notizia indegna. Abbiamo infatti appreso che tutti gli ex dipendenti Ciapi che hanno dovuto ricorrere in giudizio per vedersi rimborsati gli stipendi non pagati si sono visti richiedere ciascuno la somma di € 42.000 in solido con la Regione Abruzzo soccombente, quali spese per la registrazione del contenzioso.
Il Consigliere Regionale Pd
Antonio Blasioli