“La mia partecipazione oggi all’Assemblea regionale dei circoli Arci testimonia una convinta vicinanza alla ricchezza del mondo del terzo settore. Il Patto per l’Abruzzo è schierato, così come le iscritte e gli iscritti all’Arci, dalla parte della pace, dei diritti, dell’uguaglianza, della solidarietà, del libero accesso alla cultura, della giustizia sociale e dei valori democratici”: lo ha detto Luciano D’Amico, candidato alla Presidenza della Regione per il Patto per l’Abruzzo, intervenuto a Pescara a un confronto con i circoli regionali dell’Arci, a Spazio 010.
D’Amico ha proseguito: “Queste sono parole che, in un’azione politica regionale, significano non lasciare indietro nessuno, garantire i diritti costituzionali e sorvegliare laddove questi vengono disattesi. Primo fra tutti il diritto alla salute, ma anche il diritto alla felicità che per me è sempre accompagnata da una certa insoddisfazione perché significa volere di più e oggi io insieme al Patto per Abruzzo vogliamo di più per la nostra Regione. L’infelicità è sempre compagna dell’ingiustizia sociale: è ingiusto per esempio che gli studenti universitari idonei alla borsa di studio non possano averla, è ingiusto che non sia garantito il diritto ad avere una casa alle giovani coppie, ma anche a coppie non giovani, è ingiusto che non ci siano asili nido che possano permettere alle donne di poter continuare a lavorare… e potrei continuare a lungo sulle ingiustizie: d’altro canto so che l’Arci su questi temi sarà un’alleata formidabile e una fucina di idee”.
Valerio Antonio Tiberio, presidente regionale Arci, ha detto: “E’ un momento di confronto fondamentale. È necessario stimolare il dibattito pubblico e politico sull’importanza del terzo settore, costituito da organizzazioni non governative, associazioni di volontariato ed enti senza scopo di lucro che svolgono un ruolo fondamentale nella nostra società civile, rappresentando una voce autonoma e impegnata nell’affrontare le sfide sociali. L’Arci sviluppa coesione sociale promuovendo e realizzando attività di interesse del territorio in cui opera, e non può quindi non dialogare con le amministrazioni del territorio stesso. Progettando e incrementando programmi sociali, si incentiva la partecipazione attiva della cittadinanza alle iniziative di sviluppo sostenibile per la società. Ed è proprio dalla partecipazione attiva che vi è un’educazione politica, in grado di coinvolgere i cittadini nei processi decisionali e incoraggiando la consapevolezza della responsabilità civica. Il legame tra il terzo settore e la politica in Italia è un elemento chiave per costruire una società più equa e inclusiva. Dobbiamo lavorare insieme per rafforzare questa connessione, assicurandoci che le voci delle organizzazioni del terzo settore siano ascoltate e che la politica rifletta davvero i valori di solidarietà e giustizia che tutti noi condividiamo”.