Negli ultimi giorni sono venuto a conoscenza di un altro paradosso che riguarda il servizio sanitario regionale e, nello specifico, la Asl di Pescara. Al fine di incentivare l’adesione agli screening per la prevenzione del cancro della mammella, della cervice uterina e del colon retto, sulla base della delibera n°59 del 13/2/2023, che fa seguito ad un accordo siglato nel dicembre 2022 tra Regione Abruzzo e le rappresentanze dei medici di medicina generale, questi ultimi sono impegnati ad eseguire attività di counseling per sensibilizzare gli assistiti appartenenti alle categorie target che non hanno ancora aderito ai suddetti screening. Un’attività per cui viene riconosciuta l’erogazione di una quota per ogni assistito, e che cresce nel caso almeno il 20% dei pazienti si sottoponga all’esame entro il 31 dicembre.
La scelta di incentivare gli screening è giusta e auspicabile. Oltre a una funzione salvavita, può permettere inoltre tempestività nelle cure, e presenta anche un vantaggio dal punto di vista economico per la Regione Abruzzo.
Peccato che pazienti e medici di medicina generale debbano fare i conti con un intoppo non di poco conto. Infatti, stando alle segnalazioni che ho ricevuto, il centro screening della Asl di Pescara avrebbe bloccato dal mese di luglio il calendario delle prenotazioni per mancanza di disponibilità.
In sostanza, a fronte dell’accordo siglato tra Regione e rappresentanti di categoria, da un lato si invitano i medici di medicina generale a sensibilizzare gli assistiti sull’importanza dello screening, operazione che comunque comporta un impegno non indifferente, ma dall’altro non si garantisce ai pazienti la possibilità di effettuare gli esami.
Il risultato è che non viene ripagato lo sforzo dei medici di medicina generale, viene reso vano lo sforzo di convincimento e soprattutto si alimenta la sfiducia nel sistema sanitario in soggetti che già hanno mostrato scarsa attenzione nei confronti delle attività di prevenzione. Una vera e propria presa in giro che denota ancora una volta l’inefficienza e il depauperamento del nostro sistema sanitario. Sulla questione interpellerò sia la Asl che l’Assessore Verì, al fine di arrivare quanto prima ad una risoluzione del problema. Spero che si riescano a capire le ragioni di questo cortocircuito che rappresenta uno schiaffo al sistema della prevenzione.
Il consigliere regionale
Antonio Blasioli