L’annunciato inserimento della Centrale di compressione e del gasdotto “Linea Adriatica” nel PNRR dimostra i limiti della strategia energetica italiana. Per questo le critiche dei Comitati sono sacrosante e le risposte di SNAM non fanno che confermare le preoccupazioni di questi anni.
- Se il metanodotto serve a riequilibrare il fabbisogno energetico dopo la guerra della Russia in Ucraina, vuol dire ammettere che saremo sempre succubi delle crisi geopolitiche rischiando nel futuro di costruire infrastrutture costosissime (parliamo di miliardi di euro) ogni volta che le nostre esigenze energetiche saranno a rischio di conflitti o eventi internazionali.
- Paradossalmente anche l’Eni ha criticato il progetto: nelle sue Osservazioni al Piano decennale Snam 2020-2029 giudicandolo un “investimento non necessario a garantire il soddisfacimento della domanda nazionale” che comporta il rischio di “innescare per decenni una spirale di tariffe di trasporto crescenti” a carico dei consumatori italiani, mentre i costi di realizzazione (“Linea Adriatica” vale 2,5 miliardi di euro) andrebbero ripartiti tra gli Stati europei che beneficeranno del metanodotto ben più dell’Italia”.
- Di fatto noi saremo solo un territorio di transito, visto le la SNAM dichiara che il gasdotto servirà a rifornire i principali centri di consumo e i principali poli produttivi del paese che si trovano nel nord Italia. In ogni caso la Centrale di Sulmona e la Linea adriatica sono opere inutili perché i consumi del metano in Italia diminuiscono drasticamente di anno in anno e le attuali infrastrutture di trasporto del gas sono più che sufficienti a garantirne il fabbisogno.
- Una volta realizzata e andata a regime, la Linea Adriatica consentirà di aumentare il trasporto di gas proveniente dal nord Africa e dall’est, passando dagli attuali 126 milioni di mq/giorno ai futuri 150 milioni di mq/giorno. Di fatto non solo l’Italia continuerà a sfruttare i combustibili fossili, ma se ne aumenterà l’utilizzo e il consumo, alla faccia della transizione ecologica da tutti proclamata.
- È evidente a tutti che non esiste una “bacchetta magica” per trasformare il nostro sistema energetico: ma se mai si comincia ad invertire la rotta, mai saremo in grado di favorire – o addirittura raggiungere – l’autosufficienza energetica in modo da non dipendere da altri paesi o dai conflitti internazionali.
- L’Italia ha straordinarie potenzialità ambientali di vento, sole, acqua, mare, per dar vita ad una produzione energetica pulita, sostenibile e indipendente. Ed ha anche grandi competenze di ricerca e tecnologiche per costruire sistemi, impianti e centrali di grande qualità e ad altissimo rendimento.
- Infine: se la coerenza fosse ancora un valore, il presidente Marsilio farebbe valere le posizioni politiche e istituzionali da sempre espresse in Consiglio regionale, in Giunta, dai Comuni abruzzesi, dai Comitati civici e dalle associazioni per difendere gli interessi del territorio. Si erano avanzate tante proposte alternative per evitare che la centrale e il gasdotto attraversassero le aree sismiche dell’Appennino anche chiedendo uno studio all’INGV, ma naturalmente essendo uno che dell’Abruzzo se ne frega, Marsilio non si è mai preoccupato di difendere gli interessi della nostra regione.
Pierpaolo Pietrucci
consigliere regionaleNello Avellani
segretario PD L’Aquila