“La conferenza di programmazione e organizzazione scolastica della Provincia di Chieti si è espressa chiaramente: si agli accorpamenti condivisi e discussi con il territorio come nel caso di Chieti, no agli accorpamenti forzati dall’alto e incuranti delle esigenze del territorio e delle comunità coinvolte come nei casi di Lanciano, Guardiagrele, Scerni, Castel Frentano, Quadri e Villa Santa Maria. Nel corso della conferenza di organizzazione alla quale hanno partecipato i Sindaci o loro delegati, oltre all’Ufficio scolastico provinciale, abbiamo avuto modo di ribadire la nostra posizione su questa operazione di taglio orizzontale delle dirigenze scolastiche che il Governo sta portando avanti con la legge di bilancio 2023 per risparmiare 88 milioni di euro. Gli accorpamenti imposti dal Governo e accettati dalla Regione Abruzzo sono una scure che si abbatte indiscriminatamente sul diritto allo studio dei nostri giovani concittadini e sulla qualità della formazione degli stessi, oltre che sui territori e sui lavoratori della scuola. In Provincia di Chieti, stando a quanto stabilito dal governo Meloni e dal governo regionale di Marsilio, dovevamo accettare supinamente 4 accorpamenti di Istituti scolastici oltre a Scerni/Vasto: Quadri con l’Alberghiero di Villa Santa Maria, Castel Frentano con Lanciano, Pomilio con il Galliani-De Sterlich di Chieti e il comprensivo di Guardiagrele”, aggiunge Menna.
“La Provincia di Chieti approva i dimensionamenti dove c’è accordo tra comunità, sindaci e dirigenti: questo avviene solo a Chieti con il Pomilio-Galliani De Sterlich che infatti è stato approvato. Ci auguriamo che la Regione non sia sorda alla richiesta quasi unanime dei Sindaci del territorio che chiedono a gran voce una proroga al 31.12 dei termini per presentare eventuali ulteriori possibili proposte di accorpamento degli istituti scolastici provinciali”, sottolinea il delegato consigliere provinciale Massimo Tiberini.
“Il dimensionamento scolastico così come vorrebbe essere imposto dalla Regione porterà spopolamento delle aree interne, aumento della dispersione scolastica, effetti irreversibili sulla formazione dei ragazzi, disuguaglianze sociali, economiche, logistiche e di trasporto pubblico. A tutto questo anche la Cpo della Provincia di Chieti dice no”, conclude il Presidente Menna.