“Il decreto legge denominato Sud, che potremmo tranquillamente chiamare decreto legge contro il Sud, è una foglia di fico, è un modo per lavarsi la coscienza, ma la condizione materiale delle cittadine e dei cittadini del Sud Italia è quella che vivono loro sulla loro pelle e che possono testimoniare probabilmente molto meglio di me. Tra l’altro è una pura propaganda, che racconta di una Zes unica per compensare quei territori di quanto tolto dal PNRR e di quanto si vuole togliere con l’autonomia differenziata. Ma così facendo ne approfitta per centralizzare e mettere all’angolo i territori”: lo ha detto il senatore Michele Fina, tesoriere nazionale del Partito Democratico, intervenendo in Aula nell’ambito della discussione sul provvedimento.

Fina ha detto che le scelte del governo penalizzano in generale il Mezzogiorno: “Gli stessi tagli agli enti locali colpiscono di più il Sud, perché è chiaro che tagliare i servizi sociali a un Comune che fa più fatica al Sud, a un Comune che spesso ha più problemi, è più grave che farlo al Centro o al Nord del Paese. Tutte le ingiustizie, le iniquità e le ineguaglianze che sono dentro i provvedimenti di questo Governo sono più gravi al Sud di questo Paese. I cittadini lo percepiscono e ve lo stanno urlando; basta vedere quante centinaia di ordini del giorno sono stati approvati nei consigli comunali e provinciali contro l’autonomia differenziata, votati da consiglieri comunali dei partiti di maggioranza. Noi ve lo ricorderemo emendamento per emendamento”.

Il senatore del Pd ha in un passaggio messo in evidenza che molto danneggiata dal decreto Sud è la sua regione di origine, l’Abruzzo, “ad esempio quando pone il limite dei 200.000 euro di investimento. Noi abbiamo verificato che negli ultimi anni, in un territorio che ha molte piccole e piccolissime imprese, la media degli investimenti è di 90.000 euro; un intero comparto economico rischia pertanto di essere escluso; si tratta, quindi, di un’ulteriore ingiustizia nell’ingiustizia”.