“Il Governo regionale si appresta a nominare i nuovi direttori generali delle Asl a sei mesi dal voto. Nomine che arrivano nel bel mezzo del semestre bianco, che sono in carico a Marsilio e ritengo del tutto inopportuno il fatto che un presidente in scadenza di mandato nomini Direttori generali per 3/5 anni, lasciando alla prossima giunta l’onere di governare decisione e conseguenze. Nomine inopportune, anche alla luce delle sentenze che hanno pesantemente bocciato le revoche fatte da Marsilio a due manager di Pescara e al direttore dell’Agenzia sanitaria regionale, obbligando l’Ente a risarcire i professionisti licenziati illegittimamente e in tale direzione mi aspetto che i tavoli ministeriali accendano i riflettori sulle procedure di nomina dei Dg come è sempre avvenuto, così come gli uffici del dipartimento supportino l’esecutivo sull’opportunità delle scelte a un passo dalla fine del mandato. Non è pensabile che i costi di queste si riversino ancora una volta sugli abruzzesi, già oberati da cinque anni di gestione della sanità da parte del centrodestra”, forte la censura del capogruppo Pd Silvio Paolucci all’imminente designazione dei manager in scadenza che l’esecutivo regionale si sta preparando a fare.

“Nei fatti, non può nemmeno passare il principio che ciò che non è consentito ad altri il centrodestra invece possa farlo – sottolinea Paolucci – Da assessore alla sanità ricordo una diffida di fuoco per la semplice proroga del direttore della Asl di Chieti fatta per dare copertura agli atti di competenza, questo dopo che gli uffici del Dipartimento alla Salute avevano già ritenuto improcedibile la nomina di un nuovo direttore generale a scadenza così ravvicinata dal voto. Nonostante la legittimità a procedere, mi ritrovai puntato contro l’indice accusatore dell’allora consigliere regionale Mauro Febbo. Indice che però oggi né lui, né altri hanno il coraggio e l’onestà intellettuale di levare verso chi sta per fare scelte inopportune e di potere, pensando più alle poltrone da tutelare e controllare, che allo stato in cui versa la sanità regionale. Al posto di fare due pesi e due misure, Marsilio si applichi per affrontare i problemi della sanità regionale, che sono tanti e seri e che durante i suoi cinque anni di governo sono rimasti tutti irrisolti: rete ospedaliera  ancora sulla carta; risorse lasciate dal centrosinistra ancora giacenti e in attesa degli atti per poter essere impiegate; prestazioni sanitarie in picchiata del 25 per cento; costi della mobilità passiva in aumento, già oltre i 92 milioni di euro; rete dell’emergenza delle aree interne smantellata e i Pronto soccorso trasformati in trincea a causa della mancanza di potenziamenti e riorganizzazioni solo annunciate da chi governa. La corsa al toto-manager è iniziata in dirittura d’arrivo della legislatura regionale e tutti zitti e allineati per quella che sarà una riffa che nulla ha a che vedere con la qualità della sanità regionale, pesantemente scaduta e a rischio, scelte che pagheranno gli abruzzesi, gli stessi che pagheranno le revoche illegittime dei manager Mancini e Testa e del direttore dell’Asr Mascitelli”.