“La brutta stagione primaverile e le torrenziali piogge di maggio hanno messo in ginocchio l’agricoltura abruzzese che, oltre ai danni al territorio, rischia di perdere i suoi principali raccolti. È indispensabile che la Regione attivi tutte le tutele del caso, compresi i ristori per gli agricoltori e per i lavoratori, nonché accerti con sopralluoghi degli uffici tecnici la quantificazione dei danni per attivare la richiesta formale della dichiarazione dello stato di calamità. Servono misure per aiutare subito il settore che rischia di non avere introiti e farlo con linee di credito straordinario, anche per quelli già persi. Il silenzio istituzionale, ci preoccupa, per questo il grido di allarme delle associazioni di categoria degli ultimi giorni è stato messo nero su bianco nell’atto che chiede al governo regionale di agire”, annunciano il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci e del consigliere Dino Pepe.

“Tutele a tutta la filiera, lavoratori compresi, che hanno subito una riduzione delle giornate lavorative, con la conseguenza diretta di una pesante contrazione retributiva – aggiungono i due esponenti del Pd – Ai danni a campi, vigneti e coltivazioni di ortaggi, tanto ingenti da mettere persino in forse la stagione vitivinicola e olearia a causa dell’impossibilità dei trattamenti antiparassitari, si aggiungono quelli alle aziende zootecniche dove sono andati perduti i primi sfalci di foraggi e per si scontano ritardi causati dal freddo e dalle piogge nel trasferimento sui pascoli degli ovini, bovini ed equini. I danni riguardano le quattro province, ma una situazione particolarmente drammatica è quella del Fucino, dove i campi sono stati allagati con il pericolo di asfissia dei vegetali coltivati, data l’impossibilità di effettuare qualsiasi trattamento contro i parassiti e dove i terreni sono inaccessibili. Sono tanti i sindaci che hanno già inoltrato alla Regione Abruzzo dettagliate relazioni sulla situazione relativa ai propri territori comunali, ma ora la Regione deve muoversi, perché la fotografia deve essere messa a sistema, per arrivare al più presto alla richiesta dello stato di calamità.

Così come non è più pensabile l’inerzia che accompagna da quattro anni e mezzo questo settore, dove mancano le azioni ordinarie, oltre quelle straordinarie e preventive. Una stasi che alla luce dei danni dell’ultima ondata di maltempo, non può restare tale”.