Negli ultimi periodi il tono ed i contenuti delle dichiarazioni del Commissario Castelli, hanno destato un certo disappunto per l’enfasi del tutto fuori luogo con cui Castelli, immotivatamente ed ingiustamente, si descrive quale fautore degli obiettivi raggiunti, nel processo di ricostruzione post-sisma. Il problema non è tanto la forma quanto la sostanza di un ragionamento che manca di riscontro e offende l’enorme opera messa in campo dalla precedente Struttura Commissariale. Siamo di fronte ad un eccesso di protagonismo che rischia di sfociare nella assoluta mistificazione dei fatti. Ed è proprio sui fatti che è necessario ricondurre l’attenzione, anche per richiamare il Commissario Castelli alla responsabilità di un ruolo che confligge con lo sterile vernissage promozionale. Meno incenso e più impegno, per essere chiari. Qualche numero può essere di aiuto per ristabilire il dovuto equilibrio, partendo da un principio incontrovertibile: l’attuale Governo non ha pressoché assegnato fondi a favore della ricostruzione, limitandosi ad una spenta e ordinaria amministrazione anche sul fronte dei provvedimenti. Al contrario, le risorse stanziate dai precedenti Governi sono ingenti e sostanziali: iniziando dal “Conte 2” che ha impegnato 1,7 miliardi per la ricostruzione pubblica e 200 milioni per il CIS Sisma. Proseguendo poi con il Governo Draghi che, a sua volta, ha destinato 1,78 miliardi al fondo complementare PNRR per i due crateri (2009 e 2016) e 6 miliardi per ricostruzione privata. In aggiunta a queste risorse gli stanziamenti annuali ammontano a circa 200 milioni/anno per emergenza. Fornendo cioè piena attuazione a misure incisive sui temi dell’assistenza alla popolazione, sulle spese di funzionamento, sul personale e stabilizzazioni, sulla sospensione dei mutui, sul rimborso della TARI, ecc.
A scanso di equivoci basta considerare che le risorse erogate dai due Governi, in un anno, ammontano a 10 miliardi di euro. Castelli, dunque, è semplicemente arrivato alla fine di questo straordinario processo. Rammarica che, in questa comoda posizione, il Commissario faccia spesso riferimento allo “sblocco” di fantomatici incagli procedurali che, nella realtà, sono pressoché inesistenti. Perlomeno fino a quando il suo Governo, come nel caso della cessione dei crediti del Superbonus, non ha deciso di recare danno ai terremotati, affannandosi poi per settimane alla ricerca di una soluzione che, questo è surreale, viene puntualmente rivendicata con toni trionfalistici. I territori del sisma richiedono una continuità di azione, che Castelli e l’esecutivo di centrodestra non vogliono imprimere. Limitarsi alla frequentazione dei palcoscenici, tuttavia, è come nascondere la polvere sotto il tappeto. Perché, parafrasando un detto dei nei nostri territori montani, lo scioglimento della neve riserva sempre qualche sgradevole sorpresa a chi pensava di farla franca.
Il consigliere regionale
Pierpaolo Pietrucci