Questa mattina intendo portare alla luce alcune delle carenze da me riscontrate presso l’ospedale di Popoli nel corso della visita ispettiva eseguita l’8 marzo, e che riguardano in particolar modo il Pronto Soccorso, il Centro dei disturbi alimentari e il Centro regionale del risveglio. Criticità emerse dai confronti avuti con medici, personale infermieristico ed oss. Mi soffermerò inoltre su un caso emblematico di spreco di risorse pubbliche e sulle strutture inagibili a seguito dei terremoti del 2009 e 2016.
Pronto Soccorso
Innanzitutto bisogna rilevare la cronica mancanza di personale (medico, infermieristico e operatori socio-sanitari), che si riscontra a dire il vero anche in altri reparti, ma in Pronto Soccorso registra una situazione particolarmente preoccupante, destinata peraltro a peggiorare.
Occorrerebbero infatti almeno 6 medici oltre al responsabile, mentre invece a Popoli ne sono presenti 4 in tutto, e tra questi l’ex direttore Francesco D’Atri, che sebbene in pensione continua con grande abnegazione a prestare la propria attività. Anche il numero di infermieri non è sufficiente. Negli ultimi due anni in quattro sono andati via, e al momento, se un infermiere si reca in esterna per accompagnare un paziente in ambulanza, spesso resta un solo infermiere in servizio, quando ne servirebbero almeno tre per legge.
Per quanto concerne gli operatori socio sanitari il quadro è ancora più critica. A seguito di un trasferimento a L’Aquila e di un pensionamento, sono solo 4 gli oss attualmente a disposizione, mentre ne servirebbero almeno 6/7, o perlomeno 5, altrimenti da fine marzo si riscontreranno seri problemi nella copertura dei turni.
Un potenziamento dell’organico sembra dunque indifferibile, anche considerata l’importanza che il nosocomio riveste nel territorio. Come dimostra il numero degli accessi registrati nello scorso anno (2022): 13.500, un numero record per Popoli che in proiezione verrà addirittura superato nell’anno corrente (15.000), almeno stando ai 600 accessi in più rilevati nei primi due mesi del 2023 rispetto a gennaio/febbraio 2022. Confrontando questi numeri con i 75.000 accessi annui dell’ospedale di Pescara, è facile comprendere il ruolo chiave che Popoli ricopre per tutta l’area dell’alta Val Pescara, e negli ultimi tempi anche per Pescara e Spoltore. In sostanza, se al Santo Spirito 4/5 medici si occupano di circa 200 pazienti al giorno, a Popoli un solo medico assiste 50 pazienti a turno.
Anche nel Pronto Soccorso di Popoli, come in quello di Pescara, si verificano stazionamenti di pazienti per più giorni, soprattutto ultrageriatrici. La ragione principale, spiegano gli stessi medici del PS, va ricercata nella carenza di posti letto in geriatria, che fa sì che molti pazienti over 80 – che richiedono un’assistenza medica ridotta – permangano più del dovuto nel reparto di medicina, finendo soprattutto per affollare il Pronto Soccorso, che dovrebbe invece occuparsi prioritariamente delle emergenze, per le quali il personale, come abbiamo scritto poc’anzi, risulta già scarso. Una soluzione auspicabile sarebbe quella di incrementare i posti letto nelle RSA e RA del territorio, a partire da quella di Tocco.
Sempre all’interno del Pronto Soccorso ho preso atto di un evidente spreco di risorse pubbliche. Aderendo ad una gara della Asl di Chieti, nel 2018 la Asl di Pescara si è dotata di tre sofisticate apparecchiature per la telemedicina, una per ogni ogni nosocomio della Provincia (Pescara, Penne, e Popoli). Stando a quanto acquisito, gli strumenti in questione, che sarebbero utilissimi per consentire consulenze immediate a distanza, specie per la stroke e la neurochirurgia, sono in realtà rimasti al palo, almeno per quanto riguarda Popoli e Penne. Alla collettività sarebbero costate circa 24.000 euro al mese per cinque anni (per un totale di 1.440.000 euro), per poi essere riscattate dalla Asl alla scadenza del contratto di affitto. Tuttavia il servizio non è mai partito, costringendo i pazienti del Pronto Soccorso di Popoli a spostarsi con il personale al seguito verso altri ospedali. Sottolineiamo come grazie ai sistemi di consulto da remoto sia possibile fornire una tempestiva ed efficace presa in carico di pazienti affetti da patologie tempo-dipendenti, come ad esempio l’ictus. Questa apparecchiatura implica una significativa riduzione dei tassi di mortalità oltre che di complicanze.
Oggi stesso, assieme ai consiglieri comunali del Partito Democratico di Popoli, chiederemo un incontro al Direttore generale della Asl per esigere risposte, rivendicare un’immediata presa in carico delle criticità, e fare una panoramica sugli immobili presenti nell’area dell’ospedale. Alcuni sono stati chiusi a seguito dei terremoti del 2009 e 2016, altri sono stati oggetto di contenzioso giudiziario con le ditte appaltatrici. Occorre fare una ricognizione dei problemi e una stima certa di quando torneranno agibili, in quanto abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di spazi angusti e stanze sovraffollate.
Centro del risveglio
A seguito della visita del Ministro Schillaci, risalente allo scorso 10 dicembre, ho incontrato il primario D’Aurizio per prendere visione sia dei 6 posti di riabilitazione intensiva (identificata oggi dal cod. 56), che si caratterizza per interventi di recupero di disabilità importanti, sia il piano ristrutturato che accoglierà il Centro regionale del risveglio e di riabilitazione, cioè l’unità di riabilitazione intensiva per pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite, traumatiche e non traumatiche, a cui saranno dedicati 12 posti letto. Al momento si è in attesa degli arredi, che si spera possano arrivare quanto prima, poi occorrerà, anche qui, poter contare sulle giuste unità di personale. Il codice 75 richiede infatti un parametro più alto di infermieri, Oss e terapisti, e ci auguriamo che queste assunzioni vengano previste il prima possibile dalla Asl. A questo proposito monitoreremo da vicino i prossimi atti gestionali.
Centro per disturbi alimentari
Nel 2013 quella di Popoli è stata individuata come struttura con valenza regionale. Tuttavia, dopo una partenza promettente, ha subito un brusco stop, dovuto in parte al pensionamento di una fetta di personale e in parte alla pandemia
Gli effetti del covid sono ancora palpabili. Con l’istituzione delle aree grigie la cardiologia ha occupato alcune delle stanze in precedenza destinate al Centro. Dislocazione che è stata confermata anche una volta terminata l’emergenza, determinando una condizione di promiscuità che permane tutt’oggi e preclude il rispetto della privacy. Oggi il centro è sostanzialmente formato da un solo ambulatorio, in attesa della conclusione dei lavori nei locali situati sopra il CUP. Invitiamo però la Asl a ragionare su questa scelta. Separare gli ambulatori per la diagnosi da quelli del trattamento, in due immobili diversi, non ci sembra affatto funzionale, e oltretutto non risolverebbe neanche l’aspetto della riservatezza. Sarebbe forse il caso di destinare nuovamente al centro un’intera. Ma i problemi non sono finiti. Ad occuparsi del centro, che non è neanche una UOSD, è esclusivamente la dottoressa Andreacola, che è tuttavia incardinata nell’organico di medicina, già di per sé insufficiente. Mancano inoltre un ambulatorio intensivo e un centro diurno. Tutto questo comporta che i pazienti si spostino di regione in regione, generando una corposa mobilità passiva. In sostanza, le persone affette da disturbi dell’alimentazione vengono sradicate dalla propria famiglia e dal proprio territorio – trasferendosi magari a Todi in un periodo di residenza – per poi rientrare e riscontrare il problema della continuità delle cure, che vengono interrotte a causa della mancanza di un centro diurno, col serio rischio di vanificare gli sforzi fatti. Dato che in occasione della giornata del fiocchetto lilla (15 marzo) si è parlato oltremodo dei disturbi del comportamento alimentare, vogliamo chiedere alla Regione e alla Asl l’impegno di riunificare in un unico piano questa struttura, riconoscerle la dignità di una UOSD, e riservarle magari uno degli immobili attualmente inagibili per il terremoto.
In conclusione, l’ospedale di Popoli merita una maggiore attenzione da parte della Giunta Regionale. Lo meritano medici, infermieri e oss, lo merita soprattutto l’alta Val Pescara. Non basta parlare sempre e solo di rete ospedaliera. Ci troviamo ormai nell’ultimo anno di questa amministrazione e Popoli esige risposte concrete e immediate. Personalmente mi impegnerò a tornare nuovamente in ospedale per visitare gli altri reparti, ma già mi attiverò, con gli strumenti che ci sono concessi, per verificare che gli aspetti da me denunciati trovino adeguata attenzione.
Il consigliere regionale
Antonio Blasioli