Mi spiace che la Presidente Maria Ceci abbia preso la mia nota sull’assoluto immobilismo dell’ATER nella ricostruzione degli edifici colpiti dal terremoto a Teramo come un attacco professionale e personale anche perché, proprio per rispetto, avevo parlato dell’azienda, evitando di fare nomi e cercando, come mio costume, di essere costruttivo nel richiedere informazioni. La Presidente invece ha scelto di rispondermi, lei si, attaccandomi “politicamente e personalmente” quando io ho solo chiesto notizie e tempi certi esercitando il mio sacrosanto diritto/dovere di Consigliere Comunale che vuole il bene dei suoi concittadini.

Purtroppo, piaccia o meno, è oggettivo che sul tema della ricostruzione pubblica a Teramo è stato fatto assai poco. Ribadisco, ben vengano i cantieri aperti in alcuni comuni della nostra provincia, ben vengano le notizie relative all’avvio di altri interventi a breve, ma è inconfutabile il fatto che in oltre sei anni e mezzo la ricostruzione nel capoluogo è ferma al palo, sono minimi gli interventi di manutenzione all’interno dei palazzi gestiti dell’ATER, ma soprattutto (e questo mi preme ribadirlo) nessun cittadino è ancora rientrato nella propria abitazione da fine 2016!

Quello che ho chiesto ai vertici dell’ATER sono solo chiarimenti e tempi certi, un’azione che porto avanti da anni. Infatti le mie prime interlocuzioni con l’azienda risalgono alla Presidenza di Nicola Salini che ho più volte interpellato nei suoi 17 mesi alla guida dell’ATER, anche pubblicamente. Da parte sua ho sempre trovato la “porta aperta”, l’ho coinvolto nel dibattito e non si è mai tirato indietro, anche quando si è trattato di “metterci la faccia” non sottraendosi mai al confronto, anche duro e aspro, con inquilini furiosi e comitati che chiedevano fatti e non chiacchiere.

Con la Presidente Ceci, ormai in carica da oltre 40 mesi, ho avuto un primo infruttuoso confronto la scorsa estate, quando la sua unica risposta fu che era un po’ presto per iniziare la campagna elettorale; ho poi atteso fine settembre per tornare alla carica, attendendo proprio la fine delle elezioni politiche per evitare che il mio intervento potesse essere strumentalizzato, ma anche lì non ebbi risposte, ora invece mi devo sentir dire che la mia uscita, a pochi mesi dalle elezioni è meramente strumentale e fine alle prossime elezioni comunali? Mi dispiace, ma questo non lo accetto e anzi inizio a pensare che dietro la sua risposta “scomposta” ci sia il magone per una candidatura che va sfumando e che forse i vertici dell’ATER si trincerino dietro al silenzio (o in questo caso a risposte piccate) solo perché non hanno risposte da darmi.

Per quanto riguarda invece le 80 abitazioni che l’ATER ha messo a disposizione dei terremotati vorrei chiarire come queste siano state messe a disposizione della Protezione Civile regionale che le acquistò mediante Decreti SMEA per poi metterle a disposizione dei territori. Una scelta lodevole, per carità, ma che non risolve se non parzialmente il dramma di chi, soprattutto anziani e soggetti in difficoltà, si sente sradicato dal suo territorio e allontanato dai suoi affetti e vorrebbe solo tornare a casa propria, mentre invece non ha ad oggi la benché minima speranza di veder esaudito il proprio desiderio.

Paolo Rapagnani
Consigliere Comunale del Partito Democratico