Abbiamo perso malissimo. E abbiamo bisogno di reagire, subito e bene.
La vittoria di Biondi – a cui doverosamente faccio come mio Sindaco gli auguri di buon lavoro – stava nelle cose, dopo un solo mandato e con l’unità del centrodestra.
Ma la nostra sconfitta elettorale è pesantissima e ci impone una riflessione severa, una svolta, un cambio di marcia.
Molti, come me, nei mesi passati avevano provato a unire il centrosinistra individuando un candidato unico e unitario: purtroppo resistenze antiche, nuove recriminazioni, dubbi e aspettative personali alla fine non lo hanno consentito.
Così, facendo buon viso a cattivo gioco, abbiamo sperato che il primo turno fosse una sorta di “primarie” con cui scegliere chi – tra Stefania e Chicco – avrebbe sfidato Biondi al ballottaggio.
Ma l’esito è stato più duro di quanto si potesse immaginare. E il giudizio degli elettori è stato implacabile.
Di fronte alla situazione straordinaria dell’Aquila e alle sfide future – la ricostruzione pubblica, la sanità, i progetti strategici del PNRR – si è pensato di proporre una figura autorevole, esperta e competente sul piano istituzionale. Ma è clamorosamente mancato l’appeal, la simpatia, la familiarità, l’affetto, quella possibilità di entrare in sintonia profonda con le persone.
Nonostante l’impegno generoso in campagna elettorale, siamo rimasti distanti dal sentire comune.
E siamo stati puniti per lo scarso coraggio a investire su energie più giovani che pure ci sono e che hanno competenze e passione da offrire.
Questo voto chiude una stagione della nostra politica cittadina. E apre le porte a una generazione nuova e a persone che possono dare un contributo originale, fresco, innovativo.
Stefania potrebbe essere la prima a dare l’esempio e a favorire un ricambio, un investimento e una responsabilità sul gruppo bello e affiatato di consiglieri del centrosinistra che è stato eletto.
Ripartiamo da loro, in rapporto stretto con gli eletti delle liste di Chicco, per rimettere radici tra la gente: all’università e nei luoghi di lavoro, nei quartieri e all’ospedale, dentro le scuole fra gli insegnantri, nelle frazioni e nei paesi, negli spazi di socialità, dove si pratica lo sport, tra le nostre montagne, ovunque ci sia un problema e un interesse pubblico.
Ripartiamo dai problemi semplici e seri: perché la gente ha paura della crisi, chiede ascolto e tutela, si aspetta buoni servizi, vuole sperare in un futuro migliore.
Al PD serve un bagno di umiltà ad ogni livello, la capacità di farsi contaminare da critiche e proposte. Non basta “aprirsi”: deve buttarsi nella società, sporcarsi le mani, tornare ad essere (non a proclamarsi) una forza popolare. Non basta dare una tinteggiata di vernice su un muro con le crepe. Con o senza la disponibilità di un Superbonus 110%, dovremmo “demolire e ricostruire” per rifare una casa solida e efficiente.
Non so se basterà un Congresso, di quelli fatti bene. Ma qualcosa di profondissimo va fatto e subito.
Non dobbiamo farlo per noi, ma per gli aquilani e gli abruzzesi.
Il consigliere regionale
Pierpaolo Pietrucci