La campagna vaccinale va sempre più veloce, ma i cittadini soggetti a rischio di reazioni allergiche avverse sono ancora alle prese con ritardi organizzativi e con “amare” sorprese sui modi e sui tempi di somministrazione della vaccinazione anti Covid.
Numerose sono le segnalazioni che mi sono giunte da parte di cittadini con una storia di pregressa reazione allergica che per affrontare in sicurezza la prima somministrazione di vaccino per COVID- 19 sono stati indirizzati dai medici degli hub vaccinali a sottoporsi ad una visita allergologica preventiva.
Tutto molto giusto, se non fosse per le sorprese che la ASL di Pescara sta riservando loro in termini di mancanza di comunicazione, informazione e ritardi per effettuare il consulto allergologico.
In fase di anamnesi, i medici vaccinali rimandano i pazienti, con pregressi episodi di reazioni allergiche, ad una consulenza allergologica per una diagnostica specifica presso la ASL; non un invito, ma una specifica prescrizione senza la quale il paziente non può vaccinarsi; con una disparità di trattamento rispetto ai mesi precedenti – quando non tutti hanno effettuato necessariamente la visita con l’allergologo-, da settembre il consulto allergologico è obbligatorio e dunque occorre essere muniti di impegnativa ed attendere di essere convocati dalla ASL – molti medici di famiglia non sono neppure a conoscenza di questa disposizione e lo apprendono dai loro pazienti!
Alcuni pazienti necessitano assolutamente di essere sottoposti a test in ambienti protetti e invece non si è liberi di recarsi nella struttura che si preferisce, ad esempio in un centro specialistico di allergologia; se ci si vuole vaccinare, il consulto allergologico deve essere effettuato esclusivamente presso il distretto sanitario cittadino indicato, facendosi carico dunque anche del costo del ticket per la visita ed eventuali prove allergiche.
A ciò si aggiungono i lunghi tempi di attesa per essere convocati dalla ASL; alcuni pazienti chiamati a visita dopo “solo 40 giorni” si ritengono “fortunati”, perché ci sono persone che attendono di essere convocate da maggio!
A seguito di quanto segnalatomi, ho scritto una nota a Claudio D’Amario, direttore del Dipartimento Sanità e all’assessore regionale Nicoletta Verì per rappresentare questi disagi, chiedendo:
- quanti pazienti soggetti a rischio di reazioni allergiche avverse non si sono ancora potuti vaccinare?
- quanti di loro sono ancora in attesa di effettuare la visita allergologica preventiva?
- quanti sono i medici delle singole ASL si occupano di questo tipo di visite? Sono state adeguati i fabbisogni alla campagna vaccinale?
Inoltre ho avanzato la proposta di rendere esente da ticket, quindi gratuito, il consulto allergologico preventivo per la vaccinazione anti Covid-19, perché è fondamentale scongiurare lo sviluppo di una reazione dopo la somministrazione della dose, ma non è giusto che siano i cittadini a farsi carico di questa spesa, visto che la priorità nazionale e regionale, a livello sanitario, è quella di raggiungere la copertura massima di popolazione vaccinata – per ottenere l’immunità (ossia la vaccinazione per l’80% della popolazione) che secondo il referente regionale Maurizio Brucchi potrebbe esserci nel mese di ottobre.
Come è possibile che non si risolvano questi problemi e molte persone, che intendono vaccinarsi, siano poste in condizione di difficoltà, perché non possono sostenere il costo della visita allergologica preventiva e necessaria per ricevere il vaccino anti Covid-19?
Regione Abruzzo ed ASL intervengano per risolvere le criticità evidenziate e valutino con attenzione la proposta di gratuità della visita allergologica preventiva per la vaccinazione anti Covid-19, perché il vaccino COVID-19 è un bene comune universale e il nostro diritto alla salute può essere assicurato solo dal nostro dovere nel garantire la salute, sia a livello individuale che collettivo.
Il Consigliere regionale
Antonio Blasioli