È importante, per tutti, riportare al centro dell’agire politico l’essere progressisti, l’essere giovani, l’essere orgogliosamente eretici e avere il coraggio di proporre argomenti di avanguardia, considerati, a volte, troppo innovativi o addirittura indicibili dal partito.
In questo senso l’organizzazione giovanile deve avere il coraggio di portare avanti idee e istanze progressiste che a volte sono ridimensionate o non abbastanza portate avanti dall’organizzazione “madre”.
Nell’ambito dell’Università, le tematiche tradizionalmente considerate progressiste sono diventate ineludibili e non più rinviabili.
L’Università abruzzese nel suo complesso si trova dinanzi a sfide epocali, accelerate dallo scenario pandemico ancora in corso. Le tradizionali tematiche del diritto allo studio sono diventate sempre più emergenti, scontrandosi con l’inerzia di una giunta regionale che non ha tra le sue priorità l’accelerazione del pagamento delle borse di studio agli idonei, cosa ancora più necessaria e urgente in questo scenario.
Gli spazi accademici, quelli utilizzati tradizionalmente dagli studenti per lo studio anche in condivisione, continuano ad avere, per forza di cose, accessi contingentati e non sono ancora pronti ad accogliere, con le attuali sacrosante norme per la tutela dal contagio, tutti gli studenti che fino a due anni fa le frequentavano.
Le mense, le case dello studente devono tornare ad essere fruibili, preservando sempre gli occupanti da possibili contagi. In questo senso la Regione potrebbe – e a mio avviso dovrebbe – fornire delle linee guida univoche da trasmettere alle ADSU, che prevedano uno scenario, che almeno per il primo semestre, non potrà essere totalmente COVID free. Ciò è ancora vero continuando a tener conto delle nuove norme relative al cosiddetto green pass.
I trasporti, soprattutto quelli extra-urbani, hanno subito un taglio netto delle corse, soprattutto per quanto riguarda quelli cosiddetti “di mercato”.
Per quanto riguarda un altro ambito dell’accademia abruzzese, che potrebbe porsi come attrattiva non solamente in un’ottica italiana, ma in un’ottica europea, è centrale sottolineare che avrebbe senso iniziare a discutere a livello politico di una maggiore integrazione delle strutture e del corpo docente, ai fini di un’offerta formativa competitiva e di qualità, soprattutto per quanto riguarda alcuni indirizzi magistrali.
Nonostante in Abruzzo siano presenti due importanti scuole mediche e un istituto zooprofilattico, tutti e tre centrali per il contrasto alla pandemia, ancora non si riesce a parlare di azienda ospedaliera universitaria e di totale integrazione tra cura, servizio alla popolazione e accademia e formazione culturale.
Non si può poi non toccare il tema del cosiddetto doppio imbuto formativo dell’area medica, a causa del quale molti professionisti medici formati in Italia vanno a concludere il loro percorso – e spesso poi anche a lavorare – all’estero. Mai come in questo periodo è necessario formare personale medico, e dopo averlo investito risorse, fornire ad esso la possibilità di specializzarsi e trovare uno sbocco formativo coerente rimanendo in Italia.
Occorre che la giovanile sia presente su questi temi, che li proponga anche al partito, che li discuta, che li sappia comunicare.
I giovani progressisti e di sinistra non devono sentirsi soli e abbandonati al loro destino. Devono essere consapevoli che esiste una forza che fa di tutto per rappresentarli e portare avanti le loro istanze.
Per affrontare queste tematiche, è centrale poter collaborare con la segreteria del partito e con il suo responsabile Università e Ricerca. Tale collaborazione qui in Abruzzo c’è, è proficua e sta continuando.
Grazie ad essa stiamo costituendo con Alberto Melarangelo un tavolo tematico interno alla giovanile e al partito e siamo convinti che così potremo immaginare, progettare e realizzare un’Università “per l’Abruzzo” e non più solo “in Abruzzo”.
Luca Guerrini
Responsabile Università e Ricerca Giovani Democratici Abruzzo