Negli ultimi mesi si sono succeduti differenti proclami, tutti riguardanti soluzioni urbanistiche lanciate da esponenti di spicco dell’attuale giunta comunale, mai pianificate nè condivise con la popolazione. In particolare ci riferiamo a due episodi: l’intenzione di sfrattare il destino delle 170 famiglie dal progetto case di Sassa NSI (in cui vivono da anni) e la realizzazione della scuola nazionale dei VVFF, nessuno ha ancora capito dove: nemmeno l’amministrazione.
Ci sono poi, a corredo, le dichiarazioni confuse e confondenti sulla riqualificazione della ex Sercom in centro culturale, quelle sull’insindacabile potere di sfratto del comune e tanta altra robaccia che calpesta e ignora le persone che vivono in quei luoghi.
Colmo dei colmi, su tutto pesa la schiacciante assenza di un progetto: ma dove si fa la scuola dei VVFF? Chi ha mai visto il progetto? Con chi è stato discusso? Come ci si prende cura delle famiglie che vivono nel progetto CASE? E degli allievi e delle allieve? Nessuno dell’amministrazione dice nulla. Non si sa nulla.
Come sempre, quando non si sa cosa fare e quando non si sa pianificare, si dicono cose a caso, si naviga a vista, non si coinvolgono gli attori principali -famiglie, corpo dei vigili del fuoco dell’Aquila, associazioni-.
Gravissimo è il fatto che non si è tenuto mai conto dell’impatto sociale e urbano di questa preziosa opportunità.
Proviamo allora a fare una sintesi che possa aiutare a fare chiarezza.
Anzitutto adesso è ben chiaro a tutte e tutti, specie al sindaco e alla giunta, che a Sassa NSI esiste ed è forte una comunità: si è creato un quartiere, si è creata da anni una rete territoriale di associazioni e operatori e istituzioni che bene hanno messo in fila gli aspetti pratici che sono grossolanamente sfuggiti agli amministratori: il lavoro, la scuola, i servizi, i rapporti, gli anziani, i bambini, le persone sole e fragili.

Dobbiamo ben distinguere: il tema urbano della scuola nazionale dei vigili del fuoco e quello degli alloggi, da quello sociale delle circa 170 famiglie di Sassa NSI (e di tutte quelle famiglie che più in generale alloggiano nei progetti CASE).
L’amministrazione comunale non ha preso in considerazione la questione sociale, ossia non ha minimamente idea dell’impatto che un’operazione urbanistica del genere può avere sulle famiglie residenti di un qualsiasi progetto case.
Allora domandiamo:
1- Conosce questa amministrazione il numero delle famiglie residenti?
2- conosce questa amministrazione la storia di ciascuna di queste famiglie?
3- quanti traslochi abbiano fatto?
4- quanti figli abbiano?
5- quali lavori svolgano?
6- dove svolgono questi lavori e dove i figli vanno a scuola?
7- conosce questa amministrazione le fragilità e le condizioni di marginalità presenti nei progetti case?
8- conosce questa amministrazione la drammatica carenza di servizi nei progetti CASE?
E ci volemo mette pure giovani allievi e allieve?

Assolutamente no. Questa amministrazione sceglie l’invisibilizzazione di chi dissente come strategia di governo. Ossia il sindaco e la sua squadra scelgono di rendere invisibili le voci, i volti, i nomi, le storie, i diritti e le richieste delle famiglie perché smascherano le incapacità. Il re è nudo.

Occorre dunque ricordare agli amministratori alcune semplici regole di base, che sono anche le nostre proposte:
1- si deve fare pianificazione
2- la pianificazione va fatta passando dalle comunita:
3- nel caso in questione, tutte le famiglie vanno ascoltate e con esse va iniziato un lavoro di mappatura sociale delle fragilità e delle marginalità,
4- va fatta una mappa dei dis-servizi: sia del progetto CASE di Sassa NSI che degli altri
5- vanno redatti, a scopo preliminare per ogni futuro intervento, dei quadri conoscitivi reali sulle coordinate socio-economiche dei quartieri, a partire dai progetti CASE;
6- al progetto case di Sassa NSI occorre considerare: la rete di relazioni che si è creata, la mutua solidarietà fra famiglie, i rapporti umani e lavorativi col territorio e, più di ogni altro, il tema della scuola: è surreale che si lascino le famiglie di bambin* e ragazz* in età scolare nel dubbio di dove andare a scuola! È pazzia farlo a settembre, arrivando l’amministrazione tardi e male nella vita di queste giovanissime vite: i programmi scolastici, le amicizie, i rapporti con le insegnanti, i libri. Tutto ciò che finora questi studenti e studentesse hanno costruito, verrà cancellato con un colpo di spugna da chi non ci capisce niente?
7- la questione sociale va analizzata ed affrontata prima di quella urbanistica e di quella amministrativa
8- il corpo dei vigili del fuoco dell’Aquila va coinvolto
9- il Corpo dei Vigili del Fuoco chiede una sede unica che possa essere sostenibile, ossia un unico luogo in cui Scuola e Campus alloggi stiano insieme, e giustamente! Ma che è sta moda di arrangiare uno spezzatino urbanistico?
10- con occasioni come questa, ossia con la realizzazione di una Scuola Nazionale e Campus, vanno affrontati temi capitali quali la riqualificazione e la valorizzazione della città: e allora va presa in considerazione l’ex Sercom, sede ideale, già pronta, perfetta per ospitare aule, palestre, rimesse, uffici, sale studio, alloggi, parco verde; già dotata di una base di servizi e collegata ad almeno tre frazioni: Genzano, Pagliare e Palombaia. Torniamo a ribadire la necessità di un piano strategico, così come abbiamo scritto finora.

Occorre ricordare  al sindaco Biondi e all’assessore Colonna che prima delle loro idee, vengono le vite e le aspettative delle persone che sono stati chiamati a rappresentare.
Occorre anche che tutta la politica cambi radicalmente passo e si incammini in questa direzione: basta speculazioni e comparsate e comunicati pre elettorali. Le comunità delle periferie e delle frazioni non hanno l’anello al naso.

Quirino Crosta
Segretario Circolo PD Sassa (L’Aquila)