Nel momento in cui, come tutti auspichiamo, l’incubo della pandemia comincia a fare meno paura, la Regione Abruzzo ha bisogno di un forte impulso verso una stagione di crescita. I dati fatti registrare dall’economia regionale, già nella fase precovid, segnalavano una significativa difficoltà in ordine alla competitività del sistema economico e produttivo. A rallentare la macchina sono alcuni nodi di tipo strutturale, messi in ulteriore evidenza dalla pandemia, che non possono essere risolti senza un profondo cambio di marcia da parte della politica: una pagina nuova dopo gli errori e le lentezze dell’amministrazione regionale in carica. La transizione ecologica e quella tecnologica impatteranno in maniera profonda sul tessuto sociale, economico e produttivo regionale. Questi processi andranno favoriti ed orientati dentro una strategia di sviluppo in grado di valorizzare le peculiarità dell’economia abruzzese, garantendo una crescita sostenibile, che non penalizzi le fasce più deboli della popolazione e promuova la competitività del sistema nel suo complesso.
Va prodotto un forte investimento nella digitalizzazione, favorendo l’innovazione tecnologica delle imprese abruzzesi: un motore trasversale in grado di promuovere sviluppo e competitività in tutte le filiere produttive, attraverso la digitalizzazione, velocizzazione e semplificazione dei processi e l’utilizzo delle reti e in grado di favorire una complessiva maggiore capacità di penetrazione nei mercati, interni e internazionali. Siamo fanalino di coda per la spesa delle imprese in investimenti tecnologici; questa debolezza andrà sanata agganciando le politiche nazionali e le sfide europee – che garantiranno ingenti risorse – e anche attraverso uno sforzo e un focus specifico da parte delle istituzioni regionali.
Appare poi imprescindibile costruire i presupposti per una nuova politica industriale, che qualifichi e valorizzi le eccellenze del tessuto produttivo, a partire dall’industria agroalimentare e dall’automotive. Lo sviluppo del settore della manifattura va integrato con un importante investimento sul turismo – anche puntando sulla cultura, la natura e il paesaggio come volani decisivi. Non va trascurata la cura del settore agricolo e della pesca, che rappresentano una risorsa molto importante per l’economia regionale e il presupposto per dare corpo, valore e peculiarità alla filiera enogastronomica e agroalimentare.
Sarà fondamentale investire sulle infrastrutture e sulle reti, dando alla Regione un ruolo da protagonista sul terreno della trasversalità. Il tema delle infrastrutture è un tema chiave anche nell’ottica di favorire l’attrazione di nuovi investimenti. In questo senso, l’attivazione della Zona economica speciale, fortemente voluta dal Ministro Provenzano, rappresenta una sicura opportunità per l’insediamento di nuove imprese e per favorire la crescita di quelle esistenti. Ulteriore priorità è quella di sostenere la nascita e lo sviluppo delle zone economiche ambientali.
Appare cruciale anche introdurre elementi di semplificazione e sburocratizzazione, per rendere l’Abruzzo una regione semplice per le imprese e per i cittadini, allo scopo di favorire ulteriormente la nostra capacità attrattiva.
Occorre una visione unitaria, che punti all’equilibrio tra i territori, mettendo in connessione, dal punto di vista infrastrutturale, funzionale ed economico le zone costiere con le zone interne, i centri più urbanizzati con quelli meno densamente popolati, in virtù di un progetto coraggioso e organico per l’Abruzzo, che potrà davvero crescere se saprà mettere a frutto in maniera coordinata tutti i suoi territori, tutte le filiere produttive, tutte le sue più importanti qualità e peculiarità.
Daniele Marinelli
Responsabile “Organizzazione e coordinamento dell’iniziativa politica, economia e finanze” PD Abruzzo