Scrivo questo breve editoriale e provo a centrarlo sui diritti e sulle riflessioni maturate all’interno del dipartimento GeDi (politiche di genere e diritti) del PD Abruzzo. Per farlo, richiamo due date fondamentali: il 28 marzo 2019 ed il 20 giugno 2021. Nella prima ha visto la luce il documento P+D, scritto a quattro mani insieme a Marielisa Serone d’Alò; nella seconda si è aperta l’Abruzzo Pride Week 2021.
Richiamo questi due momenti perché hanno fra loro la distanza del tempo, quella di spazi culturali diversi e indipendenti, quella di molte riflessioni e di autonomie intellettuali, che eppure centrano il medesimo concetto: la compenetrabilità necessaria di differenti diritti. Alle due date corrispondono anche due spazi pubblici: il primo è stato Piazza Palazzo all’Aquila; il secondo è stato il sistema di spazi naturali del Gran Sasso d’Italia. Nel primo si racconta la necessità di integrare l’azione di piano e l’azione di parte propria dei diritti; il secondo racconta come le battaglie Lgbtqia+ si intreccino con le lotte contro l’abilismo, il patriarcato, il sessismo, la misoginia, il razzismo, con le lotte in difesa del diritto all’aborto, dell’ambiente e del lavoro.
Ed sono questa contaminazione e sintesi, senza alcun dubbio, il portato più potente e più innovativo di questa stagione politica.
Tornando al documento, sosteniamo che è possibile parlare di integrazione dei diritti proprio in virtù del fatto che essi vengono manifestati nello spazio pubblico, che è il Luogo urbano nato appositamente per celebrare questi passaggi e crearne sintesi per la sfera pubblica. È qui, dunque, che dobbiamo agire: garantire sempre una gestione ottima del sistema degli spazi pubblici perché essi sono l’armatura urbana della città pubblica e la sua reale matrice. E allora non c’è piano senza diritti: il governo della città passa dall’azione di piano che non può non passare attraverso l’inclusione delle comunità perché esse e solo esse sono generatrici, custodi e attrici. Ibi societas, ibi ius: è dalla sfera pubblica che una comunità genera le istanze ed i diritti che noi possiamo raccogliere e sintetizzare in strumenti di urbanistici innovativi che ci occorrono per governare al meglio il progetto urbanistico che integra il piano della città pubblica. Sono almeno otto oggi le dimensioni irrinunciabili dello spazio pubblico e dunque della città (centro, periferia, borghi, metropoli…): tutte derivano dalla lettura dei diritti, gli stessi che sono stati portati in piazza durante il Pride. Esse sono l’accessibilità e l’inclusione, l’ambiente e l’ecologia, la tecnologia, la temporaneità e la multifunzionalità, la dualità e la sicurezza, la scalarità.
Sosteniamo quindi che una necessaria e irrinunciabile rivoluzione culturale ed urbana passa attraverso l’integrazione fra i diritti e dei diritti con il governo urbano. Nella revisione del documento P+D, Piano e Diritti, abbiamo provato a tracciare queste urgenze per integrare con nuovi diritti di cittadinanza e nuovi strumenti urbanistici l’attuale modello sociale e urbano.
Quirino Crosta
Vicepresidente PD Abruzzo e Coordinatore dipartimento diritti