Il compito storico della sinistra nel Novecento era quello di studiare modelli di stato sociale sempre più capaci di rispondere a quella grande domanda di diritti umani di carattere sociale che emergevano in quella fase storica da un tessuto sociale in forte espansione economica e che senza quel welfare avrebbe dimenticato indietro più di qualcuno.
Da Reagan e la Thatcher in poi, nella postmodernità, il nostro compito è diventato quello di proteggere quegli stessi diritti umani dall’avanzata di un’ideologia economico-sociale, il nuovo liberismo, e soprattutto dei suoi modelli applicativi, la New Public Management e il ridimensionamento del ruolo dello Stato nella vita economica, che dove sono stati applicati hanno scritto pagine scure di macelleria sociale, contrapponendo modelli moderni di governance orizzontale dei processi economici e protezione sociale in grado di garantire l’eguaglianza nella libertà di prosperare.
Oggi che abbiamo un’opportunità senza precedenti e probabilmente senza repliche future, è giusto che la sinistra si batta perché l’idea di politica economica con la quale quelle enormi risorse verranno impiegate e valutate nella loro efficienza, efficacia, economicità e soprattutto equità, sia quella con la quale noi crediamo che si tutelino meglio sviluppo economico e diritti, uguaglianza generazionale, di genere e territoriale e creazione di quel valore aggiunto che rende competitivo un tessuto socio-economico.
Tutto ciò sta nella dialettica normale della politica: la sinistra porta avanti i suoi valori con coerenza, la destra fa lo stesso.
La posizione che Peppe Provenzano ed Emanuele Felice hanno preso sulle nomine da parte del Governo Draghi di noti economisti liberisti nel Nucleo Tecnico per il Coordinamento della Politica Economica del PNRR, è la diretta conseguenza delle nostre idee: criticatela nel merito, dite che è una stupidaggine, ma bollarla come antidemocratica, come hanno fatto il Foglio e i suoi fan club sparsi un po’ in tutti i partiti, non ha senso e non fa bene a nessuno, specie in un momento nel quale le voci di dissenso si contano sulla punta delle dita e ci sono da prendere le decisioni più importanti della nostra storia.
There’s always an alternative (thank God)!
Claudio Mastrangelo
Segretario Giovani Democratici Abruzzo