“Prendiamo atto del gesto di generosità dell’assessore, e consigliere regionale, Guido Liris che, nel dimostrare il suo attaccamento alla terra e alla missione raccolta con il giuramento di Ippocrate, decide di tornare in servizio da dirigente medico della Asl 1. Ci chiediamo, tuttavia, se questa decisione comporterà le sue dimissioni da assessore e consigliere regionale”: comincia così la dichiarazione del segretario del Partito democratico abruzzese Michele Fina assieme ai consiglieri regionali Silvio Paolucci, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci, Antonio Blasioli e Sandro Mariani e ai parlamentari Stefania Pezzopane e Luciano D’Alfonso.
La dichiarazione prosegue: “Altrimenti non potrebbe essere, perché il d.lgs. 165/2001 obbliga gli eletti in Consiglio regionale all’aspettativa obbligatoria, con conservazione del posto di lavoro. Quindi, l’unico modo, per Liris, di tornare a fare il medico, sarebbe quello di smettere di fare l’assessore e il consigliere regionale. Resta comunque da capire, al di là delle questioni normative, come sarebbe possibile, in questo momento drammatico, conciliare due ruoli di così grande impegno e di così grande importanza. Ed è anche da capire, quale sarebbe l’utilità di tutto questo, tolto il ritorno pubblicitario che, con ogni ovvietà, è il fine della geniale trovata o, per meglio dire, della sceneggiata, un altro capitolo dopo quello a cui ci ha costretto ad assistere ieri il Presidente del Consiglio regionale ammainando la bandiera europea. Liris deve scegliere: o la missione politica o quella di medico. Diversamente non si può fare e, comunque, si rischierebbe di abdicare rispetto ad entrambe le funzioni”.
La dichiarazione del segretario del Pd Abruzzo, dei parlamentari e dei consiglieri regionali si conclude invitando in caso di mancate dimissioni di Liris “il Presidente del Consiglio regionale, dopo lo scivolone di ieri, a rientrare nella correttezza e nei doveri istituzionali e di legge avviando, come è suo obbligo, il procedimento di decadenza del consigliere Liris”.