“Le bandiere rappresentano i popoli, le Costituzioni democratiche che sorreggono gli Stati di diritto, non i governanti o i commissari o i presidenti che ci sono e che passano”: così il segretario del Partito Democratico abruzzese Michele Fina commenta la scelta del Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri di “ammainare” la bandiera dell’Unione europea.
Per Fina la bandiera europea rappresenta il “patto di pace che hanno sottoscritto 500 milioni di cittadini europei, dopo secoli di guerre. E l’Italia ha immaginato un continente di pace prima e più degli altri, con le più alte figure della sue storia politica degli ultimi due secoli. Per questo noi siamo patrioti italiani ed europei. Se poi i Governi non funzionano, li si critica. Ad esempio il Presidente del Consiglio regionale abruzzese Sospiri, esponente di Forza Italia, potrebbe chiedere conto ad Antonio Tajani, che è stato per ben due anni e mezzo Presidente del Parlamento europeo, è Vicepresidente di Forza Italia e soprattutto è Vicepresidente del Partito Popolare Europeo. Cioè quel partito che governa la Germania e che governa l’Europa ormai da decenni. Cioè Sospiri fa una sceneggiata con la bandiera ma non si pone il problema di far parte lui stesso della famiglia politica che guida l’Unione Europea e che ha imposto politiche sbagliate di austerità”.
Il segretario del Pd Abruzzo ritiene che Sospiri stia esponendo “l’Abruzzo al ridicolo nei rapporti internazionali. Si pensi, solo per fare un esempio, che a breve l’UE ridefinirà i corridoi Ten-T e potrà dar corpo al progetto di trasversalità Barcellona-Civitavecchia-Pescara/Ortona-Ploce che è un pezzo del futuro dell’Abruzzo ed è richiesto a gran voce dalle nostre forze produttive e sindacali. Una sceneggiata che può costarci molto, insomma. Perché oggi Sospiri non ha ammainato la bandiera europea in Abruzzo ma quella abruzzese in Europa. Una sceneggiata utile solo a coprire il crescente malumore degli operatori sanitari abruzzesi per l’impreparazione con cui la Regione si è fatta trovare di fronte all’emergenza virale. Una sceneggiata per coprire i contributi agli amici per la comunicazione, l’incapacità di ascoltare davvero i Sindaci, il mondo del lavoro e le altre forze politiche. A fronte di un Governo nazionale che, tra tante difficoltà, ha sempre interagito con i Presidenti di Regione, ha costantemente riunito e fatto accordi con le parti sociali. Ha accettato ogni richiesta di interlocuzione e confronto con le opposizioni. Ma la bandiera resta comunque troppo piccola per coprire tutto questo. E la sceneggiata è già finita”.
Sullo stesso argomento il consigliere regionale Antonio Blasioli dichiara: “E’ gravissimo che il Consiglio Regionale d’Abruzzo abbia ammainato la bandiera europea e l’abbia accantonata volontariamente dalle aule istituzionali dove si è svolta la seduta consiliare, una gravissima mancanza di rispetto sia per le istituzioni europee di cui l’Italia e di conseguenza l’Abruzzo sono parte fondante e anche per i cittadini tutti, considerato che in aula si stava discutendo una proposta di legge che renderà possibile aiuti alla popolazione e le imprese proprio grazie ai fondi europei. Le istituzioni devono comportarsi da istituzioni sempre. Il sovranismo e la smania di rendere carta straccia i nostri fondamenti costituzionali in nome della propaganda, resti fuori dalla porta della Pubblica Amministrazione, perché l’Italia è una Repubblica e la Costituzione e le leggi vanno rispettate sempre. E’ un fatto assurdo quello che è accaduto oggi, che non può essere di certo considerato una goliardata, né un atto politico, perché la Presidenza di un Consiglio Regionale non è un organo politico, ma super partes e come tale si deve comportare, a prescindere dalla fede politica di chi ne è il vertice. Oggi tutti gli abruzzesi, tutti gli italiani e tutti i cittadini d’Europa si devono sentire offesi e indignati. Il Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri ha agito arbitrariamente, per esprimere un suo personale dissenso verso decisioni che, fra l’altro, Bruxelles non ha ancora preso, l’Emiciclo è la casa di tutti gli abruzzesi, non la sua, non gli permetteremo di calpestare così i nostri diritti. Le battaglie, anche quelle più delicate e sensibili, si combattono dentro le istituzioni e attraverso la democrazia, come sta facendo il Governo, non in questo modo”.